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Amazon, stop a buste e sacchetti di plastica monouso

Amazon, stop a buste e sacchetti di plastica monouso
Foto Pixabay

Amazon ha annunciato che non utilizzerà più buste e sacchetti di plastica monouso all’interno della sua catena logistica in Italia, per l’imballaggio di articoli venduti da Amazon e dai partner di vendita che utilizzano il servizio di Logistica di Amazon

Era ora, possiamo tranquillamente dirlo. Amazon dice addio alla plastica monouso. I clienti riceveranno quindi i prodotti all’interno di buste flessibili in carta e cartone più facilmente riciclabili nel sistema di raccolta differenziata in tutta Italia, realizzate con quantità maggiori di materiali riciclati e capaci di ridurre il volume delle spedizioni rispetto alle consegne in scatole di cartone ondulato.

Amazon sta anche aumentando il numero di prodotti in vendita che possono essere spediti nella loro confezione originale fornita dal produttore, con la sola aggiunta dell’etichetta dell’indirizzo.

“Abbiamo apportato dei cambiamenti all’interno della nostra rete di fornitori che ci permettono di eliminare le buste di plastica monouso per le consegne in Italia dei prodotti venduti da Amazon e dai partner che utilizzano Logistica di Amazon”, ha dichiarato Mariangela Marseglia, VP e Country Manager Italia e Spagna. “I clienti stanno già ricevendo un numero maggiore di consegne in imballaggi di carta e cartone facilmente riciclabili e continueremo a innovare e a trovare modalità per usare imballaggi più sostenibili”.

Amazon, all’opera per migliorare la sostenibilità degli imballaggi

Dalle scatole di cartone alle buste flessibili in carta, Amazon sta lavorando per migliorare la sostenibilità dei suoi imballaggi. L’azienda ne ha adeguato le dimensioni per adattarle a quelle dei prodotti, utilizzando, in generale, meno materiale, e aumentando la quantità di componenti riciclate che vengono utilizzate per realizzarli.

Dal 2015, Amazon ha ridotto il peso degli imballaggi in uscita del 36% per ogni spedizione e ha eliminato oltre un milione di tonnellate di materiale da imballaggio, l’equivalente di due miliardi di scatole per le spedizioni. Considerando quanto ha impattato fino ad ora sull’ambiente, è innegabile, l’auspicio è che si possa continuare su questa strada. Trovando sempre più soluzioni concrete ed efficaci.

I programmi che si focalizzano sull’ottimizzazione degli imballaggi di Amazon incoraggiano i partner di vendita a confezionare i loro prodotti in imballaggi facili da aprire, riciclabili al 100% e pronti per la spedizione ai clienti senza ulteriori aggiunte di imballaggio da parte di Amazon.

L’azienda sta anche incoraggiando i partner di vendita che non usano la logistica di Amazon – e quindi sono responsabili delle loro scelte di imballaggio – a usare imballaggi più sostenibili. Viene spontaneo pensare come convinceranno la Cina che invece di decarbonizzare procede in direzione opposta.

Lo studio

Uno studio di Oliver Wyman e di Logistic Advisory Experts (LAE), uno spin-off dell’Istituto di Supply Chain Management dell’Università di St Gallen, ha evidenziato come l’e-commerce, incluso il processo di reso, provocherebbe tra 1,5 e 2,9 volte meno emissioni di gas serra rispetto alla vendita al dettaglio.

Allo stesso tempo, l’e-commerce risparmierebbe da quattro a nove volte il traffico generato, con le consegne ai clienti che rappresentano solo lo 0,5% del traffico totale nelle aree urbane. Qualche dubbio ci viene. Anche perché, nonostante gli studi acclarati, il modo in cui viaggiano le merci riporta subito ad aerei, treni e camion che proprio a zero emissioni non sono.

Amazon, in ogni caso, ha co-fondato il Climate Pledge e ne è il primo firmatario, un impegno a raggiungere zero emissioni nette di CO2 entro il 2040.

Come parte del suo impegno, Amazon sta avanzando speditamente per arrivare ad alimentare il 100% delle sue attività mediante energie rinnovabili entro il 2025 e ha acquistato più di 100.000 veicoli elettrici per le consegne, con migliaia di mezzi elettrici che già consegnano ai clienti in tutta Europa. Insomma, l’impegno c’è. Non rimane che continuare su questa strada a passo spedito.

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