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Disordine da “deficit di natura”, ecco perché fa bene tornare al parco

Disordine da "deficit di natura", ecco perché fa bene tornare al parco
Foto di Jill Wellington da Pixabay

“Disordine da deficit di natura”, di che si tratta? Tutti intuitivamente siamo concordi nel riconoscere come un ambiente sano ed una natura incontaminata siano elementi fondamentali per uno stato ottimale di salute. Ma per parlare di salute è necessario riferirsi alla definizione che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che evidenzia come la salute sia “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia o infermità” (WHO, 1946).

Pur con tutte le critiche che possono essere fatte verso questa definizione, è fuor di dubbio che viene sottolineato un concetto dinamico di salute che deve tener conto di diversi fattori (non solo fisici e biologici ma anche socio economici ed ambientali).

Nel 2015 in una pubblicazione congiunta tra l’OMS e la Convenzione sulla  Diversità Biologica (CBD), dal titolo “Connecting global priorities: biodiversity and human health” appare il concetto di “disordine da deficit di Natura”. Questo concetto si deve al pedagogista americano Richard Louv  (consigliere del National Scientific Councile, fondatore del Children and Nature Network) nel 2005.

Louv introdusse il concetto avendo studiato la relazione esistente tra l’aumento di soggetti con disturbi psichici e fisici e il distacco sempre più forte dei soggetti dai parchi naturali. Quello che viene messo in risalto in questo disturbo è una diminuzione nell’utilizzo dei sensi, problemi di attenzione ed aumento di malattie fisiche e psichiche. Nello studio del deficit di natura si evidenzia come la promozione di maggiori tempi ed attività all’aperto sia di notevole aiuto nei bambini nel ridurre disturbi dell’attenzione ed altri disturbi.

Disordine da deficit di natura, alcuni progetti: Natura è Benessere e Vitamina N

Il problema rimarcato da Luov ha portato molti governi ed enti internazionali ad interessarsene ed a cercare evidenze e soluzioni; attualmente in Italia è attivo il progetto NèB (Natura è Benessere) del Ministero della Salute, finalizzato ad affrontare i danni che possono provocarsi nei bambini con stili di vita lontani dai benefici dati dal rapporto con la Natura.

Progetto che tiene conto di diverse linee di indirizzo nazionali ed internazionali  per la prevenzione della salute dei bambini attraverso il contatto con la natura; principalmente si è fatto riferimento al Piano Strategico per la Biodiversità (2011-2020), al rapporto Connetting Priorities: Biodiversity and Human Health (2015), alla Decisione XIII/6 della Conferenza tra le Parti (COP) che al punto f) definisce il concetto di salute mentale e benessere come la “promozione di opportunità di interazione tra le persone, in particolare i bambini, e la natura, per fornire benefici per la salute mentale, sostenere il benessere culturale e incoraggiare l’attività fisica negli spazi verdi e a grande biodiversità, in particolare nelle aree urbane” (2016).

 Diverse ricerche hanno portato l’accento sui diversi danni (anche piuttosto gravi) che l’allontanamento dalla natura comporta, brevemente possiamo dire che obesità, carenza di vitamina D, fragilità del tronco, miopia ed allergie varie  sono altamente correlate al fenomeno allontanamento; ma come dicevamo anche problemi psichici rispondono a questa relazione, così possiamo notare aumento di diagnosi di ADHD (disturbo dell’attenzione ed iperattività), aggressività, videodipendenza, ansia, insicurezza, depressione, scarsa capacità di valutazione del rischio, tutti elementi legati al crescente distanziamento dagli ambienti naturali, specialmente nell’età dello sviluppo.

Nel 2016 Luov pubblica un manuale dal titolo “Vitamina N” dove N sta per Natura, ad evidenziare l’importanza di questo elemento ed indicando circa 500 strategie abbastanza semplici ed estremamente creative per portare i bambini nella natura e creare con questa una connessione durevole. Non a caso l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) invita i pediatri a prescrivere una “ricetta verde” per i piccoli pazienti, una ricetta quindi per dosi di vitamina N, dunque ore di Gioco Libero in Natura, rifacendosi a quanto evidenziato da Louv “… “il tempo trascorso nella natura non è tempo perso, il tempo trascorso nella natura è un essenziale investimento per la salute dei nostri bambini…”. Ricordando che anche per gli adulti è possibile godere dei benefici della ricetta verde, sostituendo magari le ore di gioco libero con una passeggiata rilassante nei parchi. Ecco perché la riapertura dei parchi con la Fase 2 ci auguriamo possa rappresentare il miglior segnale per “la rapida e pronta guarigione” di tutto il paese.

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