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Gli incontri della Fabbrica del Mondo, festival su ambiente a Montegrotto

Gli incontri della Fabbrica del Mondo, festival su ambiente a Montegrotto
Foto ufficio stampa

Il festival con Marco Paolini avrà tanti ospiti tra cui Ascanio Celestini, Ersilia Vaudo, Telmo Pievani, Gianfranco Bettin

Come riparare La Fabbrica del Mondo, che per millenni ha garantito la sopravvivenza dell’essere umano e ora si è inceppata? Come salvare quel presente che si disfà sotto i nostri occhi e immaginare un’idea di futuro che non sia la ripetizione del presente, in cui ci sia ancora spazio per la speranza?

Sono queste le domande a cui prova a rispondere dal 1 al 3 settembre a Montegrotto Terme (PD) Gli Incontri della Fabbrica del Mondo il programma creato e condotto da Marco Paolini e Telmo Pievani che esce dallo schermo televisivo per incontrare il pubblico, e lo fa insieme al quotidiano La Svolta in una tre giorni di riflessioni sull’ambiente, i diritti e il futuro.

Ed è a queste domande che provano a rispondere dal 1 al 3 settembre a Montegrotto Terme (PD) Gli Incontri della Fabbrica del Mondo, un festival a cura del quotidiano La Svolta, fondato e diretto da Cristina Sivieri Tagliabue, e Jolefilm, la società di produzione teatrale, cinematografica e televisiva di Marco Paolini.

Con la trasmissione televisiva – ideata e condotta da Marco Paolini e Telmo Pievani in onda su Rai3 nel gennaio 2022 – l’obiettivo è stato raccontare l’Agenda 2030 come la costruzione di una cattedrale che non saremo noi a vedere, ma i nostri pronipoti, per far comprendere l’animo che c’è in quell’impegno sancito dall’ONU, usando l’arte, le sue forme, le sue parole.

Ora, la Fabbrica del Mondo esce dallo schermo per incontrare le persone.

Non un semplice festival, ma un progetto aperto per riflettere sul presente, sui cambiamenti in atto, sul futuro che ci attende. Temi centrali nelle nostre vite come la crisi ambientale, il saccheggio delle risorse naturali, il cambiamento climatico, l’energia pongono interrogativi la cui risposta non è più demandabile.

Giornalisti e filosofi, artisti, imprenditori e scrittori, economisti e scienziati si danno appuntamento alle pendici del Monte Alto, nel Parco Regionale dei Colli Euganei nella suggestiva location ottocentesca di Villa Draghi, l’agorà attorno alla quale sedersi, ascoltare e partecipare facendo esercizio di polis.

“La Fabbrica del Mondo incontra sempre tante persone, ogni giorno – dichiara Cristina Sivieri Tagliabue, co-direttrice del Festival insieme a Michela Signori e direttrice de La Svolta -. È un progetto senza fine di conoscenza che prevede un dialogo anche fuori dallo schermo. È un po’ per questo che ho riesumato la parola contaminazione. Siamo nel 2022 e sarebbe assurdo pensarsi soli nella propria “ecochamber” di sicurezza quando il mondo non ragiona quasi più distinguendo informazione e intrattenimento, e dove il teatro – in certi momenti – ha fatto più informazione dei quotidiani. Forse il teatro, la tv quella fatta bene, il giornalismo e la ricerca possono creare qualcosa di unico e nuovo, insieme?”

Infine, un pensiero al momento politico che stiamo attraversando: “Il 25 settembre è vicino e non sapremo a che gioco dovremo o potremo giocare – continua Tagliabue -. Abbiamo tutti un po’ paura, abbiamo tutti delle attese. Cominciamo, durante gli incontri, a parlare di futuro perché – come l’ambiente – è questa parola che ci attraversa la testa in modo puntuale e pungente. E che riusciremo a controllare solo attraverso gli incontri e il dialogo con altre persone”.

“La Fabbrica del mondo – spiega Marco Paoliniè un progetto aperto: ci sono i racconti fatti per la serie televisiva e i sono gli incontri fatti con persone che a vario titolo ci aiutano a sbrigliare le matasse, saperne un po’ di più, immaginare soluzioni e strade alternative. E c’è il pubblico, senza il quale manca l’aria alle storie. La realtà – prosegue Paolini è in modificazione veloce. Il teatro, ad esempio, sta ancora viaggiando con i suoi piani triennali. Siamo ancora all’interno del periodo pre-covid. Un ritardo ingiustificato e anacronistico”.

Futuro, diritti, ambiente: ogni giornata sarà dedicata a uno dei grandi temi di riflessione della contemporaneità. Si alterneranno speaker e performer, anche in diretta live sul sito lasvolta.it e sul canale YouTube di Jolefilm, in un viaggio alla ricerca di risposte ma anche di nuove domande.

Domande alle quali singolarmente non sappiamo rispondere, ma che rendono il senso dello stare insieme, quel cercare risposte che non valgano solo per sé, ma per la collettività.

La Fabbrica del Mondo: gli incontri

Ogni giornata prevede un panel unico cui contribuiscono tutti gli ospiti, un tavolo condiviso dove si mescolano competenze e linguaggi fondendoli insieme.

1 Settembre – Futuro – È possibile esplorare il futuro?

Il discorso d’apertura della prima giornata è affidato allo scrittore Bruce Sterling.
ll futuro non si prevede. Si immagina nelle narrazioni che avviluppano gli umani mentre vivono la loro vita quotidiana o prendono le decisioni che ne cambiano drasticamente il corso. E quelle narrazioni possono essere oppressive, perché costruite sulla paura. O possono essere liberatorie, perché alimentate dalla scienza. Come si può cercare una bussola? La prospettiva storica, in tutto questo, sembra essere quella che aiuta a tenere meglio in equilibrio la visione e l’azione. Soprattutto se aiuta a leggere il cambiamento della narrazione stessa: come avviene, per esempio, quando il progresso cessa di essere definito dalla semplice innovazione tecnologica e punta a rispondere all’obiettivo della qualità della vita sul pianeta.

2 settembre – Ambiente – È possibile superare il conflitto generazionale?

La seconda giornata viene aperta dal filosofo Telmo Pievani.
L’evoluzione esplora il possibile, suggerisce l’adattamento all’esistente, ma favorisce il cambiamento. L’evoluzione degli umani è biologica e culturale. Dunque sociale, conflittuale, creativa. Tra le generazioni c’è fatalmente conflitto, se è vero che quelle anziane cercano l’adattamento e quelle giovani cercano il cambiamento. Ma può bastare il conflitto generazionale? Può avvenire che si trasformi in una collaborazione per il bene comune? Un fatto è certo: alla fine il passaggio del testimone è fatale. Un approccio creativo al conflitto potrebbe arricchirlo di senso della prospettiva.

3 settembre – Diritti – Lavoro: è davvero tutta colpa della tecnologia?

L’Italia è l’unico Paese dell’Ocse nel quale i salari sono diminuiti negli ultimi trent’anni. I dati lo raccontano e non dicono solo questo ma segnalano la crescita dei lavori per chi ha competenze molto sofisticate e anche per chi non ne ha, mentre lo spazio del ceto medio si restringe. Evidenziano la crisi dell’ascensore sociale e le crescenti difficoltà ad emergere per chi nasce in una famiglia povera. C’è chi vede nella tecnologia la causa di queste dinamiche. Ma è vero? Oppure si tratta di una conseguenza di quarant’anni di neoliberismo iperindividualista? Azzurra Rinaldi, economista ne discuterà con Sandrino Graceffa, cofondatore SMart Coop, Alberto Baban, imprenditore, fondatore e Presidente VeNetWork e l’ avvocata specializzata in diritti umani e immigrazione Alessandra Ballerini.

Ascanio Celestini chiuderà il festival con il racconto in forma di lettura Fabbrica.

IL PROGRAMMA QUI

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