martedì, Novembre 5, 2024

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Il ritmo delle stagioni di Alessia e Tommaso

Le stagioni secondo Alessia e Tommaso

Le stagioni hanno un ritmo più intenso, palpabile e visibile se si vive in piena natura. Un ritmo diverso rispetto a quello cittadino: così due trentenni (35 anni lui, 31 lei), stanchi della grigia e caotica esistenza in città, hanno deciso di cambiare, trasferendosi in montagna. E hanno raccontato (e raccontano) la loro esperienza, anzi, la loro “avventura”, in un blog, alritmodellestagioni. Ne è scaturito anche un libro, “Un anno di vita in montagna”. Stiamo parlando di due romani, Alessia Battistoni, biologa, e Tommaso D’Errico, grafico creativo e web designer. Ecco come hanno risposto alle domande di GPNews.

Stagioni da godere, prima in Valle Maira poi sull’Appennino

La prima tappa della vostra nuova vita, è stata la Valle Maira,Cuneo: come siete approdati là?

Abbiamo conosciuto la Valle Maira grazie a un’esperienza di wwoofing (si partecipa come volontari a  progetti rurali naturali promuovendo esperienze educative e culturali per costruire comunità sostenibili, www.wwoof.it). È lì che è iniziata la nostra avventura in montagna. Dopo due anni e mezzo abbiamo deciso di spostarci sull’Appennino e da circa un anno viviamo ai confini della Riserva Naturale dell’Alpe della Luna, un luogo di frontiera appartato e selvaggio che abbiamo scoperto grazie al desiderio di tornare alle nostre origini. Siamo infatti a metà strada tra il Casentino dei nonni di Tommaso e le Marche da cui proviene Alessia.

Le stagioni: una scoperta quotidiana in una casa “stregata”…

Come avete scoperto questo posto?

Nello specifico tramite un sito immobiliare: ad attirarci fin qui, infatti, dopo aver individuato un’area di ricerca per i motivi spiegati sopra, è stato l’annuncio di una casa in vendita che rispecchiava le nostre esigenze. Sembrava appena uscita da un libro di fiabe, e forse è per questo che ci ha stregato!

Come è la vostra casa e che cosa avete attorno? Ce l’avete il wifi?

 Una vecchia casa colonica interamente in pietra, piuttosto malandata quando l’abbiamo presa ma che un po’ alla volta speriamo di rimettere in sesto. Siamo a 700 metri di quota, intorno a noi ci sono alcune piccolissime frazioni e altre case sparse, per una trentina di abitanti in totale nel raggio di qualche chilometro. C’è il fiume Marecchia che qui, a pochi chilometri dalla sorgente, è ancora un torrente, e poi montagne, boschi, boschi e ancora boschi. Abbiamo internet grazie ai ponti radio, è ciò che ci permette di vivere qui, lavorare da casa e raccontare la nostra esperienza.

Da voi come si arriva?

Si lascia la superstrada a Sansepolcro e poi 45 minuti di curve e strada di montagna. Quello che manca, come in tantissimi posti dell’Appennino, è un servizio di trasporto pubblico non dico efficiente, ma almeno decente. Quassù arriva solo una corriera, ma ne passano poche al giorno e ti lasciano a otto chilometri da casa. Inoltre con la chiusura, circa un anno fa, della Ferrovia Centrale Umbra, tutta l’area sta subendo gravi disagi e speriamo venga riaperta presto perché così diventa quasi impossibile rinunciare all’automobile negli spostamenti di lungo raggio.

 Comunque, il modo più bello per arrivare qui, è senza dubbio in bicicletta o a piedi, attraverso la fitta rete di strade minori e sentieri escursionistici che sono la ricchezza di questo territorio.

Valorizzare il territorio ispirandosi alle stagioni

Di cosa vi occupate?

Alessia è una biologa e lavora da anni alla compilazione delle Liste Rosse IUCN (organismo internazionale non governativo, International Union for Conservation of Nature) che si occupa appunto di conservazione, ndr) un lavoro che le piace perché, sebbene svolto da una postazione telematica, la mette in contatto con esperti da ogni parte del mondo e le permette di contribuire a qualcosa in cui crede (in cui crediamo entrambi!): la salvaguardia delle specie a rischio di estinzione.

Tommaso ha lavorato per dieci anni come grafico creativo e web designer e diventare freelance gli ha permesso di staccarsi dall’ambiente cittadino e andare a vivere in montagna. Oggi, dopo il successo del libro e alcune proposte editoriali interessanti, ce la sta mettendo tutta per diventare uno scrittore a tutti gli effetti. 

Al di là delle nostre professioni, svolgiamo poi tutta una serie di attività legate al contesto in cui siamo immersi e al progetto di comunicazione che portiamo avanti attraverso il blog: coltiviamo un orto, facciamo la legna, qualche lavoretto di artigianato, studiamo e osserviamo la fauna locale piazzando fototrappole e appostandoci per ore nel bosco sperando in qualche incontro con i selvatici.

Negli ultimi mesi siamo attivi con la Pro Loco e altri volontari nell’ideazione di una serie di progetti per la valorizzazione del territorio, dalla pulizia e mappatura dei sentieri, all’organizzazione di eventi originali, alla conservazione delle memorie culturali e delle tradizioni locali.

Con quali animali abitate?

Al momento abbiamo due gatti (Camilo e Remedios, che da Roma ci hanno seguito in tutte le nostre avventure), sei galline (il gallo Artiglio è morto purtroppo poche settimane fa) e un cane, Virgola, che ci aiuta a tenere in (dis)ordine e a proteggere le galline dagli attacchi di volpi, faine e poiane.

Le galline non le mangiamo, le teniamo per le uova e continuiamo ad accudirle una volta cessata la produzione. In futuro vorremmo prendere un paio di capre e fare un po’ di formaggio per uso personale.

Avete un orto?

L’orto è un work in progress: abbiamo adibito un’area di 200 mq che stiamo pulendo un po’ alla volta dalle pietre e recintando in modo adeguato per prevenire incursioni di cinghiali, caprioli, istrici, tassi e chi più ne ha più ne metta. Coltiviamo un po’ di tutto: patate, zucchine, aglio, cipolle, porri, cetrioli, peperoni, melanzane, pomodori, insalate, biete, legumi, cavoli, broccoli… Appena arrivati abbiamo impiantato venti noccioli con l’aiuto dei vicini, ma è stato un esperimento riuscito a metà: ne sono sopravvissuti cinque, e comunque noci e nocciole finiscono dalla prima all’ultima nelle tane dei ghiri!

Le stagioni viste da ex cittadini

Dopo tre anni di vita in montagna da ex cittadini,  quali sono i vantaggi? Non ci sono svantaggi?

I vantaggi sono tanti e riguardano com’è ovvio la qualità della vita ma anche la quantità della vita, nel senso di tutte le esperienze nuove che facciamo ogni giorno e che si concretizzano in una quotidianità incredibilmente ricca: di emozioni, avvenimenti, progetti, ma anche di libertà e persino (sembrerà strano) di rapporti sociali. La vita è difficile ovunque, e lo è anche qui, ma veri e propri svantaggi rispetto alla vita cittadina non li abbiamo riscontrati.

Quando capitiamo in città facciamo il pieno di mostre ed eventi culturali, certo, ma cultura e arte le respiriamo anche qui, anche se in modo diverso, e il contesto ci permette di esserne non solo fruitori ma anche produttori. Cosa volere di più?

C’è una stagione che preferite? Perché?

Ci piacciono tutte le stagioni e in particolare i momenti di transizione, che sono sempre carichi di nostalgia e di aspettative. Se proprio dobbiamo trovarne una favorita (in realtà lo facciamo volentieri!) è l’autunno, così carico di colori, di profumi, di suggestioni. Amiamo l’autunno perché accendiamo il caminetto e l’odore di legna riempie casa, perché abbiamo più tempo per leggere e scrivere e perché la montagna dimentica la frenesia e si riempie di selvatici.

Vendete anche prodotti? Ospitate gente? Si può venire a trovarvi?

Al momento no, in futuro chissà. Ospitiamo spesso persone, amici, conoscenti ma anche chi ci scrive dal blog o viaggiatori sconosciuti incontrati per strada, che sono i nostri preferiti perché hanno sempre storie incredibili da raccontare. Quando avremo finito di mettere a posto casa metteremo sicuramente due stanze ufficialmente a disposizione degli ospiti con formula AirBnB.

 Avete una giornata tipo?

Non esiste una giornata tipo, è proprio questo il bello! Le uniche costanti sono le passeggiate con il cane (soprattutto Tommaso) e in generale i momenti che riserviamo ai nostri animali, le sessioni ai fornelli (soprattutto Alessia), il resto ruota intorno alle attività che vi abbiamo raccontato sopra, agli impegni o alle suggestioni del momento.

Come vi hanno accolto i paesani?

Decisamente bene, siamo entrati a far parte di una comunità laboriosa e aperta, che ha tutti i pregi e i difetti di una famiglia allargata. Il paese più vicino è Badia Tedalda, a otto chilometri da casa, dove troviamo un ufficio postale, il comune, un paio di bar e di ristoranti e addirittura due alimentari.

Realizzare i sogni (seguendo le stagioni…)

Che cos’è il vostro libro, una cronaca che tiene conto anche delle stagioni?

Il libro racconta la nostra esperienza attraverso episodi di vita quotidiana, dall’incontro con un cervo nel bosco, all’aggressione di un rapace alle nostre galline, ai primi esperimenti con l’orto, la legna, l’artigianato e l’autoproduzione in generale. Allo stesso tempo è una riflessione sul presente e sul futuro, la raccolta delle idee e delle motivazioni che ci hanno spinto in montagna e la testimonianza di quello che abbiamo trovato: tante opportunità e un grande spazio, fisico e mentale, dove provare a realizzare i nostri sogni. Si tratta di un progetto realizzato in totale autonomia, dalla scrittura alla grafica della copertina, dalla scelta della carta alla commercializzazione. È acquistabile, in versione cartacea ed eBook, sul nostro blog e da qualche mese anche su Amazon. Abbiamo dovuto cedere alla grande distribuzione online quando gli ordini hanno iniziato ad aumentare e non reggevamo più il carico delle spedizioni e la relativa logistica. Molte librerie che l’hanno richiesto, offriamo ai librai che ci contattano condizioni speciali.

Chi eravate? Rimpiangete qualcosa del “passato”?

Eravamo ciò che si stava preparando a diventare quello che siamo oggi: cittadini sicuramente atipici, amanti della natura, del verde e dei silenzi. Del passato rimpiangiamo solo una cosa: non aver fatto questa scelta molto tempo prima!

 Chi siete?

Di preciso non lo sappiamo nemmeno noi, persone curiose che cercano di mettere in pratica le proprie visioni bilanciando per quanto possibile razionalità e idealismo. Siamo sicuramente ambiziosi, nel senso che abbiamo la sfacciata ambizione di non farci travolgere dalla rassegnazione dilagante e dagli stili di vita imposti dall’alto. Facciamo tante cose perché abbiamo mille interessi, e proprio questo, forse, rende difficile identificarci.

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