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Nasce il Centro studi sul patrimonio immateriale

Nasce il Centro studi sul patrimonio immateriale
Nasce il Centro studi sul patrimonio immateriale

Un Centro studi sul patrimonio immateriale del nostro Paese. A gestirlo sarà la Fondazione Pro loco italiane che hanno presentato il loro progetto oggi a Palazzo Madama su iniziativa del senatore Antonio De Poli (Udc).

Obiettivo: censire, diffondere e far conoscere le bellezze immateriali del nostro Paese, spesso sconosciute al grande pubblico. Rappresentazioni, espressioni, capacità, oggetti, usi, costumi e artigianati. Tutto sarà spiegato dai volontari Pro Loco sotto forma di moderni ciceroni. “L’Italia è il Paese dei mille tesori nascosti- ha sottolineato De Poli – Serve un piano nazionale per salvaguardare questi territori, censirli e farli conoscere a livello nazionale e internazionale”.

Entusiasta Antonino La Spina, presidente dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia: “Piano piano prende corpo l’attività della nostra Fondazione – ha commentato – È la prima fase di un progetto che stiamo portando avanti a livello nazionale. Il Centro studi vuole essere un grande contenitore e punto di riferimento per tutti il mondo del patrimonio immateriale, in cui ragionare su come tutelarlo e valorizzarlo”.

Cosa intendiamo per patrimonio immateriale

Per “patrimonio culturale immateriale” s’intendono le pratiche, rappresentazioni, espressioni, sapere e capacità, come pure gli strumenti, artefatti, oggetti, e spazi culturali associati, che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi anche i singoli individui, riconoscono come parte integrante del loro patrimonio culturale.

Ciò che rileva, in particolare, non è la singola manifestazione culturale in sé, ma il sapere e la conoscenza che vengono trasmessi di generazione in generazione e ricreati dalle comunità ed i gruppi in risposta al loro ambiente, all’interazione con la natura e alla loro storia.

Il patrimonio immateriale garantisce un senso di identità e continuità ed incoraggia il rispetto per la diversità culturale, la creatività umana, lo sviluppo sostenibile, oltre al rispetto reciproco tra le comunità stesse ed i soggetti coinvolti.

Il Patrimonio immateriale, come indicato all’art. 2 della relativa Convenzione del 2003, è individuabile in 5 settori:

  • tradizioni ed espressioni orali, incluso il linguaggio in quanto veicolo del patrimonio culturale immateriale;
  • arti dello spettacolo;
  • consuetudini sociali, riti ed eventi festivi;
  • saperi e pratiche sulla natura e l’universo;
  • artigianato tradizionale.

Pro loco fondamentali per la diffusione delle nostre bellezze

Il Centro studi sul patrimonio immateriale del nostro Paese è una possibilità per far conoscere “le bellezze nascoste italiane, ad occuparsi di tutto questo saranno le Pro Loco, una realtà fondamentale perché presente su tutto il territorio”. Così il senatore Antonio De Poli (Udc), intervenuto a Palazzo Madama per la presentazione del Centro studi sul patrimonio immateriale del nostro Paese.

Le Pro Loco, ricorda De Poli, “sono presenti con più di seimila associazioni e oltre un milione di volontari. Chi meglio di loro può censire e portarci a conoscenza di questi territori?”.

“Abbiamo 6.300 realtà su tutto il territorio, oltre un milione di volontari e moltissimi collaboratori attraverso l’attivazione di un Comitato scientifico“: è l’esercito dei volontari Pro Loco presentati da Antonino La Spina, presidente dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, intervenuto a Palazzo Madama per la presentazione del Centro studi sul patrimonio immateriale del nostro Paese.

“Costituiremo poi un Comitato scientifico con tantissime personalità anche del mondo accademico, persone che lavorano nel campo dell’antropologia – ha assicurato il presidente – questo stimolerà a fare meglio e a raccogliere quel che riguarda la Convenzione di Faro e i punti cardine della nostra attività”.

Fonte: Agenzia DIRE

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