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Gli alleati Nato sono divisi sull'eventuale risposta alle violazioni degli spazi aerei da parte della Russia. Gli sconfinamenti targati Mosca sono avvenuti nel corso delle ultime settimane: dai droni in Polonia ai caccia sul Baltico, le difese della Nato sono state sollecitate. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha detto sì all'ipotesi di abbattere aerei russi in caso di violazioni. In realtà, tra i paesi dell'alleanza non c'è una linea compatta, come rileva la Cnn che ricostruisce le ore antecedenti la pubblicazione di un comunicato congiunto della Nato lo scorso martedì. Il 23 settembre si è tenuta la riunione del Consiglio Atlantico su richiesta dell'Estonia per discutere dell'incursione di tre caccia russi. In quell'occasione si sono creati due campi: chi, come Usa, Polonia e Paesi baltici, credono che occorra una risposta forte alle violazioni future, e chi, come la Germania e Paesi dell'Europa meridionale, tra cui l'Italia, sollecita di procedere con moderazione. Gli esponenti del primo campo "volevano che la dichiarazione congiunta dopo la riunione chiarisse che qualsiasi ulteriore violazione da parte della Russia, inclusi velivoli con equipaggio, sarebbe stata affrontata con la forza", scrive l'emittente statunitense, citando due funzionari Nato al corrente delle discussioni. "Ma la Germania e alcuni Paesi dell'Europa meridionale hanno spinto per rimuovere quel linguaggio dalla dichiarazione" nel timore che "fosse troppo provocatorio". Nella discussione ha pesato anche l'intervento del Comandante supremo della Nato in Europa, il generale Alexus Grynkewich, il quale ha spiegato come l'incursione russa in Estonia fosse probabilmente accidentale, dovuta alla scarsa esperienza e formazione dei piloti russi.
La dichiarazione finale, che ha fatto riferimento al potenziale ricorso a "tutti gli strumenti militari e non necessari per difenderci e scoraggiare tutte le minacce", è dunque il frutto di un compromesso, evidenzia la Cnn. Per i due funzionari Nato, l'episodio "sottolinea quanto sarà difficile ottenere consenso sulla questione" anche in un momento in cui la Russia aumenta la pressione sull'Ucraina e sui Paesi Ue con incursioni e dispiegamento di assetti. Al centro delle discussioni tra i Paesi Nato c'è anche il fatto che le incursioni di droni russi hanno "esposto lacune nelle difese di un'Alleanza costruita per conflitti militari più tradizionali", come sottolinea il Wall Street Journal, riferendosi all'evoluzione degli strumenti del conflitto bellico e la scarsa preparazione di un'organizzazione nata per "contrastare carri armati e testate sovietiche", ora alle prese con la necessità di affrontare minacce "non tradizionali, che includono sabotaggio, cyberattacchi e droni". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
