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È primavera, le rondini sono di ritorno, ma troveranno i loro nidi?

È primavera, le rondini sono di ritorno, ma troveranno i loro nidi?
Foto di Mabel Amber da Pixabay

Sagome riconoscibili anche dai più piccini! Sono ancora poche, ma alzando gli occhi al cielo è già possibile notare le rondini. Uccelli migratori infaticabili, queste piccole creature (ordine Passeriformi) compiono ogni anno viaggi molto faticosi, lunghi 8-10.000 Km, per spostarsi tra il continente africano e quello europeo.

Fedeltà e senso di orientamento

Come mai le rondini arrivano a primavera? All’inizio di questa stagione, le rondini lasciano le aree di svernamento nell’emisfero meridionale, dove si erano dirette intorno alla fine di settembre con i primi freddi, per raggiungere i territori di nidificazione nell’emisfero settentrionale.

Sono uccelli fedeli. Il volo è lungo e gli ostacoli da superare sono molti, il deserto del Sahara e il Mar Mediterraneo per fare degli esempi, ma alla fine le rondini tendono a tornare nel nido che hanno lasciato qualche mese prima, che però, purtroppo, non sempre ritrovano.

Tale aspetto vale anche per balestrucci (ordine Passeriformi) e rondoni (ordine Apodiformi) che condividono con le rondini le stesse abitudini di vita. Le specie sono accomunate dall’aspetto migratorio, dall’alimentazione e dalla particolare tecnica di caccia, spiega la Lipu.

Specie utili, perché?

L’Interesse per detti organismi risiede anche nei benefici collegati alla loro dieta. Queste specie, infatti, offrono un sensibile contributo alla riduzione di insetti quali zanzare e mosche, che cacciano rincorrendole in volo e tenendo il becco spalancato. Diversi studi scientifici riportano quantità di circa 6.000 insetti/giorno per coppia nella stagione riproduttiva, per complessivi 150.000 insetti catturati fino al termine di ogni covata.

Una città di medie dimensioni, come ad esempio l’area urbana di Rende e Cosenza, stimano gli esperti, può ospitare una popolazione di circa 10.000 individui tra rondini, rondoni e balestrucci, i quali, nei 4-5 mesi di presenza sul territorio, arrivano a mangiare ben 63 tonnellate di mosche e zanzare.

Rondini, rondoni e balestrucci stanno scomparendo

L’ambiente sta mutando rapidamente e queste specie sono in declino, sostiene ancora la Lipu. Come mai? Un’agricoltura sempre più intensiva, inquinata e meno tradizionale crea difficoltà per la vita della rondine. Cambiamenti climatici, desertificazione, perdita di biodiversità, uso di pesticidi sono tra i principali pericoli per questi uccelli migratori.

A dare un contributo negativo, poi, anche la mano dell’uomo con modificazioni urbanistiche e distruzione dei nidi. I proprietari di case e condomini di palazzi, infatti, intervengono spesso rompendo i nidi di queste specie, il più delle volte a causa di deiezioni che sporcano l’area sottostante al punto di nidificazione. Un aspetto, che, suggerisce la Lipu, può essere risolto installando una tavoletta poco al di sotto del nido stesso.

È frequente, per di più, che a causa di esigenze abitative ed estetiche vengano eliminati molti dei siti di nidificazione di balestrucci e rondoni, maggiormente legati agli ambienti urbani rispetto alle rondini. Stragi di uova e nidiacei, inoltre, si compiono quando singoli nidi o intere colonie vengono distrutti in seguito a rifacimenti delle facciate di case e palazzi e a ristrutturazioni dei sottotetti durante il periodo di nidificazione.

Iniziative di tutela per rafforzare la protezione di queste specie

La nota stampa Lipu ricorda che rondini, rondoni e balestrucci sono specie protette dalla legge n. 157/92 e da varie altre direttive europee e pertanto anche la distruzione dei nidi è severamente vietata.

La stessa Associazione ha strutturato un’apposita delibera “salvarondini” che regolamenta i modi, i periodi di ristrutturazione di palazzi ed edifici e le soluzioni da adottare per proteggere le rondini e i loro nidi. Il documento è rivolto ai sindaci di tutti i comuni italiani: sono 145 finora quelli che hanno aderito su tutto il territorio nazionale, di cui 29 in Calabria.

Un vero e proprio appello ai comuni calabresi, dunque, quello della Lipu di Rende, per adottare comportamenti virtuosi a favore di specie sempre più a rischio e raggiungere un buon grado di convivenza.

Fonte: Lipu Rende

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