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Suolo e biodiversità, risorse preziose da proteggere

Suolo e biodiversità, risorse preziose da proteggere
Foto di Lisa Fotios da Pexels

Suolo e biodiversità, risorse pregiate e limitate da tutelare e da usare in maniera corretta. Tra le priorità dell’Agenda 2030 dell’Onu e del Green Deal dell’UE, troviamo il ripristino della fertilità nei terreni agrari e la bonifica dei suoli contaminati. Oggi, Giornata mondiale del suolo, va ricordato che non bisogna mettere in secondo piano gli effetti dell’impronta umana sul pianeta

Suolo e biodiversità: urbanizzazione, deforestazione e sovrasfruttamento delle risorse stanno modificando i territori ed è sempre più evidente la necessità di invertire questa tendenza. Punto di partenza deve essere la tutela del suolo, risorsa strategica per l’Europa, fondamentale per rigenerare i territori, conservare la biodiversità, dare un maggiore sostegno all’agricoltura, lottare contro la desertificazione e i cambiamenti climatici. Diverse iniziative hanno puntato a sottolineare questi aspetti per quanto riguarda la tutele del suolo e della biodiversità.

Il CIC – Consorzio Italiano Compostatori in occasione della quarta edizione del convegno “#DallaTerraAllaTerra” – svoltosi in versione digital – per celebrare la giornata di oggi, ha ricordato, nelle parole del direttore Massimo Centemero Il suolo è una risorsa non rinnovabile, 10 centimetri necessitano di 2000 anni per essere rigenerati. Per questo è urgente mettere in atto pratiche rigenerative atte ad arrestarne degrado e perdita di fertilità, riportando la materia organica nel suolo, per rendere il suolo più resiliente e fertile e per contribuire alla decarbonizzazione dell’atmosfera attraverso l’assorbimento di carbonio. Sono necessari interventi normativi che valorizzino il suolo e supportino le azioni che enti, imprenditori, associazioni stanno mettendo in campo per invertire la tendenza all’impoverimento dei suoli in sostanza organica”.

Suolo e biodiversità, ripartire dal cambiamento

Suolo e biodiversità: bisogna investire nella bioeconomia circolare, pilastro del Green New Deal, per la ripartenza dell’Europa e dell’Italia. Il cambiamento può partire proprio da molti settori come, ad esempio, quello del biowaste, emblema dell’economia circolare: il rifiuto organico, che dalle cucine viene raccolto in modo differenziato, può trasformarsi infatti in compost, fertilizzante naturale che può tornare alla terra e rivitalizzare il suolo, e in energia sotto forma di biogas.

L’Italia – nonostante sconti ancora una carenza di impianti per il trattamento soprattutto al Sud – è infatti un paese virtuoso per la raccolta differenziata dell’organico: secondo le stime del CIC, nel 2018 sono state prodotti oltre 2 milioni di tonnellate compost che hanno contribuito a stoccare nel terreno 600.000 t di sostanza organica e risparmiare 3,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalente/anno rispetto all’avvio in discarica ed hanno inoltre permesso di ottenere 312 milioni di Nm3 di biogas, corrispondenti a una produzione energetica di 624.000 MWh e 100 milioni di Nm3 di biometano.

Suolo e biodiversità, un corso per capirne tutta la ricchezza

Non tutti sanno forse che ci sono più organismi in un cucchiaio di suolo che esseri umani sul pianeta. Ma quanto tempo serve affinché un cucchiaino di terra fertile si formi? Queste e molte altre domande trovano risposta nel corso “Suolo: la pelle della Terra” su One Planet School, la nuova piattaforma gratuita di lifelong learning lanciata dal WWF per ricreare una connessione sostenibile e consapevole dell’uomo alla natura, dove già due fra i primi corsi sviluppati (quello citato e uno di formazione per docenti) parlano di suolo.

Il corso “Suolo: la pelle della Terra” si rivolge al grande pubblico è organizzato in 11 video lezioni di circa mezzora ciascuna, realizzate grazie a contributi di esperti provenienti da diversi settori: ricerca, formazione, cooperazione internazionale, impresa, fondazioni e istituzioni. L’obiettivo è quello di dare una visione a 360° di una risorsa, il suolo, che sta ricoprendo un posto di rilievo all’interno della politica e del dibattito internazionale.

Nel nuovo European Green Deal, come spiegato nella lezione “l’insostenibile leggerezza dell’abbondanza” di Emanuele Blasi, il rispetto del suolo è infatti elemento chiave per avviare una transizione verde e inclusiva che possa contribuire a migliorare il benessere delle persone e a tramandare un pianeta sano alle prossime generazioni. Basti pensare all’importanza che esso ricopre per una corretta alimentazione.

La strategia Farm to fork

Parte del Green Deal è la strategia decennale “Farm to Fork” (F2F), dal produttore al consumatore, volta a trasformare l’intero sistema e filiera alimentare europeo con una serie di azioni che lo rendano più sostenibile. Obiettivo della Farm to Fork è la riduzione del 50% dei pesticidi entro il 2030 e quindi della necessità di eliminare il diserbo chimico, iniziando da Stop glifosate dal dicembre 2022.

L’uso dei diserbanti uccide la ricca biodiversità del suolo che, come spiegato nel corso delle lezioni di One Planet School (lezione “Biodiversità del suolo… la parte oscura della vita” di Carlo Jacomini e nella lezione “Agricoltura biologica: cura per la fertilità del suolo” di Vincenzo Vizioli) sono responsabili della produzione di humus e quindi della fertilità del suolo.

I fondi pubblici della PAC post 2020 dovranno servire per incentivare l’abbandono del diserbo chimico, compensando i maggiori costi ed i minori ricavi delle tecniche alternative che l’agricoltore può adottare. La sostenibilità ambientale della gestione del suolo non può essere subordinata alla sostenibilità economica delle aziende, senza un suolo fertile non può esistere una agricoltura sostenibile.

Anche il suolo si consuma e pone esigenze di giustizia sociale

Le pressioni che minacciano il nostro suolo sono però molteplici e tra queste vi è anche la perdita di suolo dovuta a una edilizia sicuramente non giustificata dall’aumento di popolazione, visto che questo aumento in Italia negli ultimi 50 anni non si è verificato, come spiegato da Bernardino Romano nella lezione “Anche il suolo si consuma” .

Il suolo è anche soggetto a sfruttamento eccessivo con conseguente impoverimento del territorio e delle popolazioni che vi abitano, è il caso del triste fenomeno del landgrabbing presentato da Andrea Stocchiero nella sua lezione “I padroni della terra” in cui si fanno numeri e nomi delle realtà responsabili di un’ingiustizia sociale e ambientale. Il depauperamento del suolo, risorsa che impiega migliaia di anni per formare pochi centimetri, porta alla desertificazione e alle problematiche sociali a essa connesse come illustrato da Anna Luise nella sua video lezione di geopolitica ambientale “Desertificazione”.

Il suolo è anche elemento di riscatto, di creazione di nuovi posti di lavoro, di un’opportunità per la realtà italiana di invertire la rotta e passare da un’economia lineare ad un’economia circolare che tenga conto dell’ambiente, a cui dovrà tornare, sin dal momento dell’ideazione stessa del prodotto come spiegato dall’esperta Catia Bastioli nella sua lezione “La bioeconomia per la rigenerazione dei territori”.

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