venerdì, Marzo 29, 2024

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The Breath, il pannello che si mangia lo smog

The Breath, il pannello che si mangia lo smog
The Breath, il pannello che si mangia lo smog

The Breath, il pannello che si mangia lo smog, i maxi-cartelloni ecologici, non è solo pubblicità. Il nome dell’innovativa tecnologia che permette ai cartelloni pubblicitari di trasformarsi in virtuosi “mostri mangiasmog” si chiama The Breath

The Breath è una tecnologia innovativa progettata per ridurre l’inquinamento atmosferico prodotto da smog, riscaldamento e emissioni industriali. È composta da un tessuto che assorbe, trattiene e disgrega le molecole inquinanti presenti nell’aria dell’ambiente ad esso circostante.

Collocato sui ponteggi o sulle cesate di cantiere di restauri sponsorizzati e lavori di riqualificazione urbana, il tessuto, sfruttando il naturale ricircolo dell’aria e senza essere alimentato da fonti energetiche, assorbe gli agenti inquinanti circostanti, comprese muffe e cattivi odori.

Tra gli inquinanti che è in grado di ridurre ne troviamo diversi: i cov presenti nei solventi, nelle vernici e negli edifici civili, i clorofluorocarburi, presenti nei lavaggi a secco e nei sottoprodotti della combustione delle automobili, il benzene, la formaldeide, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) presenti nel fumo di sigaretta e nei locali di stampa, gli ossidi di azoto e di zolfo.

I pannelli realizzati dall’azienda Anemotech, specializzata in tecnologia ambientale, sono stati installati dalla società Urban Vision su diverse facciate in restauro a Roma e in altre città. Tra queste, la Scala Santa, Nostra Signora del sacro Cuore a Piazza Navona e il Duomo di Milano.

Urban Vision è stata fondata nel 2004 da Gianluca De Marchi, Fabio Mazzoni e Daniela Valenza. Urban Vision è azienda leader nel recupero architettonico di prestigiosi edifici e monumenti del patrimonio artistico italiano e alla riqualificazione di importanti aree urbane.

Con uffici a Roma, Milano e Londra, la società è anche Corporate Golden Donor del Fai e in oltre dieci anni di attività, grazie alla collaborazione con istituzioni pubbliche e private, sono stati restaurati più di 180 edifici tra chiese, monumenti e palazzi storici.

Abbiamo intervistato il presidente della società, Gianluca De Marchi, per capire meglio come funziona la tecnologia The Breath e quali vantaggi reali sia in grado di produrre per l’aria delle nostre città.

Presidente De Marchi, come è nata l’idea di The Breath?

Il tessuto è stato progettato e brevettato da Anemotech, una start up pavese. Non appena siamo venuti a conoscenza del prodotto, abbiamo contattato l’azienda, poiché intenzionati ad utilizzare il tessuto sulle nostre maxi affissioni e nei cantieri di restauri sponsorizzati, offrendo così ai nostri clienti la possibilità di fare investimenti pubblicitari sostenibili.

Il tessuto: come assorbe lo smog?

Il tessuto di The Breath è composto da 3 strati che lavorano in sinergia, ognuno con la sua propria funzione: una parte frontale più esterna stampabile e antibatterica che facilita la traspirazione dell’aria, una parte centrale, la cartuccia carbonica, che assorbe, trattiene e disgrega le molecole inquinanti e gli odori e una parte posteriore stampabile e battericida. Per funzionare non ha bisogno di essere collegato a nessuna fonte di alimentazione fossile e/o elettrica perché lavora sfruttando il naturale movimento dell’aria. L’aria passa attraverso le maglie del tessuto, raggiunge il cuore della tecnologia e continua il proprio naturale movimento tornando in circolo più pulita e respirabile.

Gli utilizzi?

La tecnologia è già disponibile per l’utilizzo indoor e outdoor. Urban Vision ha sottoscritto con Anemotech una partnership in esclusiva per l’utilizzo e la distribuzione in outdoor in Italia, Uk ed altri paesi. Al di là degli impianti pubblicitari, legati ai lavori di restauro, il The Breath può essere utilizzato anche su ponteggi, cesate di cantiere e in generale nell’arredo urbano, offrendo una protezione dalle polveri sottili per tutti coloro che transitano per la strada nelle aree limitrofe, ma anche per le maestranze che lavorano nei cantieri e tutte le persone che abitano nei palazzi o lavorano negli uffici di edifici in restauro. Per quanto riguarda le nostre maxi affissioni le principali città in cui sarà installata la tecnologia sono Roma, Milano, Napoli e Londra.

In concreto, quali saranno i benefici per le nostre città?

Nel nostro Paese, secondo il rapporto 2016 diffuso dall’Agenzia europea per l’ambiente (Eea), nell’ultimo anno sono state 66.630 le vittime del particolato  fine (PM 2.5), 3.380 quelle dell’ozono (O3) e 21.040  quelle del biossido di azoto, (NO2), dovuto come  noto agli scarichi delle auto, in particolare dei veicoli  diesel ma anche a impianti di riscaldamento, centrali  per la produzione di energia e un ampio spettro di  processi industriali.

L’installazione di The Breath in un ambiente urbano permette di neutralizzare l’inquinamento causato dal consumo di energia all’interno e all’esterno di edifici, di assorbire le emissioni nocive prodotte dalle industrie e dal traffico veicolare. E’ una tecnologia che può contribuire a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo.

Parliamo della vostra mission aziendale

Urban Vision ha come mission la cura della bellezza, del patrimonio artistico, culturale e storico in alcune delle città più importanti del mondo. Ma da oggi possiamo dire che il nostro lavoro contribuisce anche a migliorare l’ambiente e tutelare la salute delle persone dagli effetti nocivi dell’inquinamento atmosferico.

Il nostro obiettivo, infatti, come da piano industriale, è quello di diventare la prima concessionaria green d’Europa e rivestire, da qui a metà 2018, tutti nostri impianti con The Breath, per arrivare ad una copertura tale che, come dimostrano gli studi condotti dall’Università Politecnica delle Marche sulla base di test specifici, contribuirebbe all’annullamento di inquinanti e polveri sottili, compensando le emissioni di circa 14 milioni di vetture in un anno.

Urban Vision e l’attenzione alle tematiche ambientali. In che modo?

Urban Vision sin dalla sua fondazione pone una particolare attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale delle sue realizzazioni, utilizzando tecnologie di stampa senza emissione di composti organici volatili o sostanze dannose per l’ozono, prediligendo vernici ad acqua non acriliche che garantiscano la totale assenza di inquinanti pericolosi, limitando l’inquinamento luminoso grazie all’impiego di fari a tecnologia LED, dove possibile alimentati da pannelli fotovoltaici e infine facendosi carico dello smaltimento e del riciclo dei materiali utilizzati.

Inoltre, sosteniamo il Fondo Ambiente Italiano ed abbiamo avviato ormai da tempo una partnership con Earth Day Italia, che rappresenta nel nostro Paese l’ONG internazionale che promuove la Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite. In aggiunta da qualche anno promuoviamo anche un importante contest fotografico per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi ambientali, che riscuote, soprattutto nel pubblico più giovane, un considerevole successo. Quest’anno abbiamo voluto fare un ulteriore passo in questa direzione, siglando una partnership con Anemotech, per l’utilizzo e la distribuzione del  ‘the Breath’ nell’outdoor.

Il futuro delle vostre innovazioni?

Da oltre 12 anni ci orientiamo verso l’utilizzo di tutte quelle tecnologie che ci consentono di offrire prodotti innovativi e al contempo sostenibili. Siamo quindi sempre molto curiosi ed interessati allo sviluppo di brevetti e alla nascita di nuovi materiali. Proseguiremo senz’altro in questa direzione, sia per le maxi affissioni tradizionali sia per gli impianti a led dei nostri restauri sponsorizzati, con l’obiettivo di continuare a fare la nostra parte nella tutela dell’ambiente. Entro quest’anno, 18.700 metri quadri di cartelloni pubblicitari a Roma dovrebbero avere il tessuto mangiasmog. Lo smog “mangiato” dovrebbe risultare pari a quello emesso da circa 5 milioni di automobili alimentate a benzina. Come uno stop al giorno per 20mila auto, a non inquinare l’aria. Questa volta, la pubblicità non è solo l’anima del commercio. Forse l’aria sarà diversa davvero.

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