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Almasri, Italia risponde a Cpi: “Magistratura può sollevare conflitto attribuzione a Consulta”

(Adnkronos) – “Contro la decisione del Parlamento italiano” di negare l’autorizzazione a procedere per i ministri della Giustizia e dell’Interno Nordio e Piantedosi e per il sottosegretario Alfredo Mantovano sul caso Almasri, “la magistratura ha il potere di sollevare la questione del conflitto di attribuzione di poteri statali dinanzi alla Corte Costituzionale; inoltre, la questione può essere sollevata senza alcun termine prefissato. La Corte Costituzionale ha ritenuto ammissibili ricorsi analoghi in diverse occasioni”. E’ quanto afferma il governo italiano rispondendo con un’email firmata dall’ambasciatore italiano in Olanda, Augusto Massari, ai giudici della camera preliminare I della Corte Penale Internazionale in merito al caso.  

Inoltre “una seconda indagine collegata al caso Almasri, che riguarda un alto funzionario del Ministero della Giustizia, è stata formalizzata dalla Procura di Roma. La Procura è, ovviamente, indipendente e la durata del procedimento non è in alcun modo prevedibile”. 

Caso Almasri, la Corte d’Appello alla Consulta: legittimo attendere il parere del ministro della Giustizia?
 

“Il nostro Governo, in particolare – si legge nella lettera firmata da Massari – è impegnato a rivedere e potenziare le modalità pratiche e le forme giuridiche di comunicazione tra gli organi dello Stato nei casi di richieste di cooperazione da parte di questa Corte per l’arresto e la consegna di indagati. È inoltre allo studio una possibile revisione della Legge n. 237/2012. Il 30 ottobre 2025 la Corte d’Appello di Roma, a sua volta, ha sollevato questione di legittimità costituzionale in merito agli articoli della Legge n. 237/2012 che non prevedono che il Procuratore Generale presenti le proprie richieste e non stabiliscono che la stessa Corte d’Appello di Roma debba deliberare sulle stesse anche a seguito della trasmissione diretta delle richieste di cooperazione da parte della Corte Penale Internazionale, dandone comunicazione al Ministero della Giustizia”. 

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