giovedì, Aprile 25, 2024

Rome 12°C

Antartide, specie marine invasive viaggiano a bordo di “zattere” di alghe

Antartide, “zattere” di alghe e trasporto “autostop” di specie marine invasive
Durvillaea antarctica (Credit: Velela - public domain)

Lo studio, intitolato “Invasive marine species discovered on non–native kelp rafts in the warmest Antarctic island”, descrive l’arrivo di organismi marini non autoctoni alle latitudini antartiche. Il trasporto dei “nuovi inquilini”, rinvenuti su una spiaggia all’interno della caldera inondata di un’isola vulcanica, sarebbe avvenuto mediante alghe provenienti da ecosistemi nell’Oceano Pacifico nord-orientale, a migliaia di chilometri di distanza.

“Zattere” di alghe, possibile meccanismo di introduzione di nuove specie

Si pensava da tempo che le comunità marine costiere antartiche poco profonde fossero isolate dai “vicini” più prossimi da centinaia di chilometri di oceano profondo e dalla corrente circumpolare antartica. La scoperta di alghe non native sulle spiagge antartiche, però, ha sollevato dubbi sulla permeabilità di questi ostacoli alla dispersione delle specie.

Secondo la letteratura, nell’Oceano Antartico, in qualsiasi momento, sono a galla oltre 70 milioni di zattere di alghe, il 94 % delle quali di Durvillaea antarctica. Queste “isole” viventi e galleggianti possono ospitare una vasta gamma di specie passeggere sia raccolte in mare aperto sia provenienti dalla loro posizione costiera originale.

Trasportate da venti, correnti e tempeste verso la costa del continente, tali “zattere” sono spesso citate come vettori teorici per l’introduzione di nuove specie in Antartide e nelle isole sub-antartiche.

Un habitat favorevole per potenziali specie invasive

Le alghe non native e non antartiche stanno raggiungendo l’Antartide saltuariamente, in particolare a Deception Island e Livingston Island” — affermano gli autori. L’isola Deception è un luogo chiave per la prima colonizzazione dell’Antartide a causa della sua posizione strategica e della temperatura dell’acqua di mare che risulta più elevata rispetto alle aree adiacenti.

Si tratta, infatti, di un vulcano attivo nelle Isole Shetland Meridionali, situato al largo della Penisola Antartica occidentale. A causa di eruzioni recenti (1970) e dell’attività vulcanica in corso, la sua caldera allagata è povera di specie rispetto alle isole vicine.

Nuove ricerche, però, segnala lo studio, mostrano un gradiente di biodiversità crescente verso l’ingresso della baia. La natura geotermica e morfologica della caldera, difatti, fornirebbe un habitat relativamente calmo, con acqua calda, temperature di profondità di circa 2-3 ° C e protetto dai disturbi del ghiaccio, offrendo, forse, condizioni favorevoli per potenziali specie invasive che arrivano in Antartide.

Chi sono i “passeggeri” trasportati dalle “zattere”?

Ad essere registrato per la prima volta in Antartide è il briozoo marino Membranipora membranacea, specie invasiva ed ecologicamente dannosa in alcune regioni di acqua fredda.

Ma non solo. La presenza di altre specie, in particolare il crostaceo marino Lepas anatifera, così come Halicarcinus planatus, crostaceo decapode, nell’acqua al di fuori della caldera di Deception Island, dimostra che la colonizzazione naturale, o invasione, può avvenire in qualsiasi momento.

In realtà, spiega il team, M. membranacea è già diventata una specie invasiva in molti luoghi al di fuori dell’Antartide e si ritiene che abbia un possibile impatto negativo sugli ecosistemi marini.  Nel quadro del cambiamento globale, dunque, il monitoraggio di questa e altre specie potenzialmente invasive assume un ruolo di rilievo, poiché gli effetti degli organismi “passeggeri” negli ecosistemi antartici sono in gran parte sconosciuti.

Questi risultati — concludono gli studiosi — possono aiutare a spiegare molti dei modelli e delle connessioni biogeografiche che attualmente osserviamo nell’Oceano Antartico. Tuttavia, con gli impatti dei cambiamenti climatici nella regione potremmo assistere a un aumento della gamma e del numero di organismi in grado sia di sopravvivere al lungo viaggio sia di affermarsi con successo”.

Fonte:

Avila, C., Angulo-Preckler, C., Martín-Martín, R.P. et al. Invasive marine species discovered on non–native kelp rafts in the warmest Antarctic island. Sci Rep 10, 1639 (2020). https://doi.org/10.1038/s41598-020-58561-y (http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)

ALTRI ARTICOLI
nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

i più letti

Newsletter

Gli articoli della settimana direttamente sulla tua email

Newsletter