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Cohousing e comunità energetiche, un tentativo di rigenerazione urbana

Cohousing e comunità energetiche, un tentativo di rigenerazione urbana
Foto di Miguel Á. Padriñán da Pixabay

Legambiente e HOMERS insieme per avviare esperienze di cohousing e di comunità energetiche su tutto il territorio nazionale per favorire la rigenerazione urbana. Si parte dal sud Italia, con sperimentazioni a Messina, Taranto e Napoli

Avviare su tutto il territorio italiano esperienze di cohousing e di comunità energetiche rinnovabili partendo dal sud Italia, con sperimentazioni a Messina, Taranto e Napoli. È questo l’obiettivo del progetto synoikeō che vedrà collaborare insieme Legambiente e Homers, una società benefit spin-off del Politecnico di Torino, specializzata nella costruzione di comunità di abitanti per il recupero di immobili dismessi.

Cohousing, inclusione sociale e “abitare collaborativo” tramite il riuso di immobili dismessi

L’obiettivo è rigenerare alcune parti di città in difficoltà, attraverso ad esempio il riuso di immobili dismessi pubblici e privati a fini abitativi, con l’integrazione di spazi per il cohousing, di lavoro, produzione, servizio e cultura condivisi e aperti al territorio. Un modo per riconoscere al tempo stesso il valore strategico che cohousing e “comunità energetiche rinnovabili” forniscono allo sviluppo sostenibile dell’Italia.

L’”abitare collaborativo” rappresenta una delle forme più antiche di aggregazione umana – synoikeō nella Grecia antica significava decidere di abitare insieme – e può costituire un importante laboratorio di sperimentazione sociale. L’Italia ha una lunga e ricca storia di esperienze comunitarie, che confermano l’esistenza di un modello sociale, economico e di valori che costituisce un patrimonio importante per il territorio nel quale sono insediate queste forme di convivenza che si costituiscono spesso intorno a uno scopo, a un progetto.

Per questo sono anche definite “comunità intenzionali”, caratterizzate da sensibilità per la tutela, recupero e valorizzazione di aree spesso marginalizzate o di territori con problemi di spopolamento, riutilizzo di infrastrutture, recupero delle consuetudini che erano alla base degli usi civici e con naturale predisposizione a operare in varie forme di volontariato, costituendo anche una naturale prevenzione nei confronti dei fenomeni di micro delinquenza.

“Con questo tipo di interventi – spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambientevogliamo contribuire a dare una risposta in forma innovativa a una domanda di abitazione di persone a basso reddito che oggi non trova risposta, per il limitato numero di edifici di edilizia residenziale pubblica e per i prezzi di mercato. Nelle città italiane, in particolare del sud, è presente un vasto patrimonio che si trova in uno stato di abbandono e che può essere recuperato con progetti di abitare condiviso. Con progetti di questo tipo puntiamo anche a dimostrare come che è possibile affrontare il tema della crescente povertà energetica presente nel nostro Paese. Ossia di oltre 2 milioni di famiglie in Italia che non riescono a pagare le bollette del riscaldamento o della luce. Riqualificare il patrimonio edilizio puntando a ridurre fino ad azzerare i fabbisogni di energia per riscaldamento e raffrescamento, autoproducendo e condividendo l’energia prodotta da pannelli solari, è la strada più efficace e lungimirante per affrontare i problemi delle città italiane e aiutare le famiglie in difficoltà”.

“Ricostruire nuclei di comunità a partire dalla scelta di abitare insieme non significa solo promuovere in nuove forme ed autonome il diritto alla casa – afferma Matteo Robiglio, Presidente di Homers vuole anche dire praticare una urbanistica rigenerativa, a consumo di suolo zero, fatta non di vincoli e conservazione, ma di riuso, economia circolare, innovazione tipologica e ritrovata bellezza. L’esperienza della pandemia ci ha mostrato quanto i nostri spazi abitativi e urbani debbano essere ripensati, proponendo nuove configurazioni tra casa e lavoro, tra interno ed esterno, tra privato e condiviso, e incorporando in modo intelligente nuove tecnologie energetiche e digitali nel tessuto esistente delle nostre città.”

Si parte dal Meridione

Il progetto synoikeō prende avvio dal Sud, perché Legambiente ed Homers credono che la città mediterranea contenga grandi risorse di sostenibilità e socialità da attivare – non a caso la prima comunità energetica sostenuta da Legambiente è partita qualche settimana fa proprio a Napoli. Ed oltre a Napoli, synoikeō lavorerà anche a Messina e a Taranto, città che hanno un gran bisogno di processi di rigenerazione social.

Ma si rivolge anche a gruppi, associazioni, amministrazioni, operatori che vogliano proporre un’iniziativa: lo possono fare scrivendo direttamente a synoikeo@legambiente.it o synoikeo@homers.co. Nella convinzione che la costruzione di un nuovo abitare comunitario, verde ed energeticamente sostenibile per le nostre città, sarà raccolta da molti e diversi soggetti.

Riconversione sociale e “condivisione di energie”

Con questo progetto, Legambiente e Homers adottano un approccio integrato per la promozione e l’erogazione di servizi tecnici e di accompagnamento, che supportino e stimolino la nascita di esperienze reali di cohousing e comunità energetiche rinnovabili. Costruendo esempi e diffondendo buone pratiche che dimostrino come concretizzare obiettivi di costruzione ecologica, rigenerazione urbana e territoriale, sviluppo locale, inclusione sociale e lavorativa; impegnandosi nell’individuare e cogliere le opportunità offerte da fondi strutturali, bandi competitivi, accordi con istituzioni, partenariati con pubbliche amministrazioni, enti religiosi, terzo settore, cooperazione, sindacati, selezionate imprese del settore costruzioni, utility energetiche.

Forme diverse di cohousing si applicano in aree rurali, attraverso progetti che prevedono la conversione ecologica in tutti gli aspetti della vita, riferibili alla dimensione economica, ambientale, sociale e culturale, ma anche in contesti urbani e in particolare nelle metropoli, dove sopperiscono alla riduzione della quantità e della qualità delle relazioni interpersonali e di mutuo aiuto e di gestione economica condivisa, fino ad arrivare alla condivisione di tempi e di regole di vita comuni.

In questo tipo di comunità si sviluppano processi compensativi che permettono di ammortizzare tra più persone costi e difficoltà insostenibili per un solo nucleo familiare e, allo stesso tempo, si attivano circoli virtuosi a livello ambientale, come la riduzione dei consumi energetici, grazie al ricorso alle energie rinnovabili. Il 22 ottobre 2020 è stata presentata alla Camera dei Deputati una Proposta di Legge per il “Riconoscimento e disciplina delle comunità intenzionali” nella quale vengono sottolineati il valore civile e la funzione di utilità sociale delle comunità intenzionali che si esprimono nello svolgimento di attività in favore della collettività.

Le comunità rinnovabili

Altra forma importante è rappresentata anche dalle comunità energetiche rinnovabili, ovvero associazioni tra cittadini, attività commerciali o imprese che decidono di unire le forze per dotarsi di impianti per la produzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili, sono state introdotte da marzo 2020 anche in Italia, con la conversione in legge del Decreto Milleproroghe, traducendo così il contenuto della Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE) e dando il via libera a esperienze presenti ormai da diversi anni in alcuni Paesi del Nord Europa come Danimarca e Germania.

Il 17 novembre, è stato inoltre pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo del decreto del ministero dello Sviluppo Economico che definisce gli incentivi per comunità energetiche e autoconsumo collettivo. Con il recepimento completo della Direttiva previsto nel 2021, verranno eliminati i limiti alla dimensione degli impianti e ulteriormente chiariti e semplificati questi interventi che particolarmente al Sud possono trovare grandi opportunità, considerando il soleggiamento presente. Attraverso la costituzione di comunità energetiche rinnovabili diventa così possibile raggiungere obiettivi davvero ambiziosi nella riqualificazione degli edifici.

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