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In Messico, un progetto sociale ha realizzato un quartiere in 3D

In Messico, un progetto sociale ha realizzato un quartiere in 3D
Foto di Brigitte make custom works from your photos, thanks a lot da Pixabay

In Messico, un quartiere stampato in 3D. Si tratta di un progetto sociale promosso dall’organizzazione no-profit New StoryProject, in collaborazione con Icon, una società di tecnologie di costruzione e la fondazione messicana Échale

In Messico, a Nacajuca, cittadina nella regione di Tabasco, un intero quartiere di 50 case resistenti alle catastrofi naturali, come terremoti e inondazioni, è stato realizzato grazia all’utilizzo di una stampante 3D di Icon meglio conosciuta con il nome “Vulcan II”.

Ad ora sono state consegnate diverse case ma in totale saranno 50 i nuclei familiari che dovrebbero trasferirsi in totale in questa area. Le famiglie sono state selezionate con l’aiuto dell’amministrazione locale, scelte tra quelle che vivono con un reddito mensile medio di 76 dollari. Canone mensile di affitto? Circa 21 dollari al mese per i primi sette anni.

In Messico, case realizzate in 24 ore

Le case realizzate sono state realizzate in 24 ore con un cemento tre volte più forte di quello usato tradizionalmente, hanno pareti curve e ventilazione per migliorare il flusso d’aria all’interno, cosa particolarmente importante viste le alte temperature che si raggiungono in questa particolare zona. Il terreno di realizzazione è una donazione del governo municipale, che è anche responsabile dei servizi di base, come l’acqua e l’elettricità.

Stampa 3D, come funziona?

La tecnologia della stampa 3D si basa sull’impiego di “robot-muratori” e sulla sostituzione delle testine tradizionali con estrusori agganciati a bracci meccanici in grado di riprodurre qualsiasi forma, a partire da un progetto e da diversi tipi di materiale. Un cambio che potrebbe segnare un’epoca in edilizia purché non si traduca nell’ennesima perdita di posti di lavoro a causa di quello che Ernst Junger definiva il “Grande Leviatano” della dittatura della tecnica.

La stampante non usa plastica ma una speciale miscela di cemento con cui realizza le pareti disegnando la stessa linea più e più volte, a strati. Si possono costruire due case contemporaneamente, ciascuna di circa 50 metri quadrati e 2,7 metri di altezza, con 2 camere da letto e un bagno.

Diversi i vantaggi

  • tempi e costi competitivi rispetto all’edilizia tradizionale
  • uso di materiali riciclati o riciclabili
  • una migliore qualità dei processi costruttivi

Blocchi, mattoni, componenti, tutto può essere prodotto in sito e poi usato per la costruzione. Ma è possibile anche la posa diretta del perimetro delle pareti strutturali della casa. Il risultato sono fabbricati sostenibili e sicuri, personalizzabili nelle forme architettoniche, connotati da involucri continui ad alte prestazioni sia sotto l’aspetto dell’isolamento termo-acustico che della resistenza antisismica.

Nel 2018, la presentazione della prima stampante ideata per realizzare una casa

Nel 2018 è stata presentata la prima stampante 3D in grado di realizzare una casa completa. Da Austin, in Texas, dove è stata usata per la prima volta, fino alla Russia, all’Olanda, all’Australia e in Italia, sono ormai diversi gli studi di architettura e le imprese che hanno dimostrato che utilizzare una stampante 3D per costruire una casa non è solo possibile, ma è anche la scelta migliore.

Un video de LaRepubblica.it per capire di cosa si tratta:
https://video.repubblica.it/mondo/messico-il-primo-quartiere-costruito-con-una-stampante-3d-le-case-assegnate-a-famiglie-povere/350558/351134D delle cae non è ancora molto diffusaD

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