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Dislessia, iniziative e applicazioni a supporto

Foto Pexels

Per chi soffre di dislessia, operazioni “scontate” posso essere molto complesse. Come leggere, scrivere, lavorare con i numeri. Sono disturbi che si chiamano disortografia, discalculia o disgrafia. La Settimana europea della dislessia, oggi 4 ottobre giornata mondiale dedicata a chi soffre di questo disturbo, punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema con diverse iniziative

Proprio oggi, tra queste iniziative, parte il portale unico Dislessia 2.0, un sito che raccoglie aspetti importanti e che è nato dalla collaborazione tra Fondazione TIM con con l’Associazione Italiana Dislessia, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto di Scienze Applicate & Sistemi Intelligenti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISASI-CNR) di Messina in collaborazione con il Ministero della Salute e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.

Dislessia 2.0, i 3 aspetti

Per capire l’intensità del disturbo, su Dislessia on line, bambini dai 7 anni, ragazzi e adulti potranno esercitarsi e approfondire le proprie difficoltà con lo screening on line a avviare un percorso di recupero. Dislessia on line supporterà le famiglie anche per indirizzarle presso strutture competenti laddove ci fosse necessità di una diagnosi più approfondita.

Abbiamo poi Smart@pp, applicazione per uno screening da tablet o cellulare con pediatri, logopedisti e neuropsichiatri in maniera da facilitare le famiglie a riconoscere i disturbi della comunicazione dei propri bambini entro i primi tre anni di vita. Un’analisi del rischio dei disturbi della comunicazione preventiva per poter intervenire tempestivamente.

Grazie al progetto Dislessia Amica, scolastico sono state realizzate sessioni di e-learning per i docenti, basate su un protocollo elaborato con il MIUR, che hanno coinvolto oltre 140.000 insegnanti per più di 4 milioni di ore di studio.

Il progetto, nato con l’obiettivo di rendere la scuola effettivamente inclusiva per gli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), ha coinvolto 6.007 Istituti Scolastici dalla scuola primaria a quella secondaria di primo e secondo grado. In particolare, attraverso un percorso formativo online della durata di circa 40 ore, gli insegnanti hanno potuto fruire di video lezioni, indicazioni operative e approfondimenti, acquisendo strumenti e nozioni successivamente convalidati da verifiche intermedie.

A chiusura del progetto, che ha così visto quasi 5 milioni di ore di formazione erogate attraverso la piattaforma online, sono 4.978 le scuole (più del 60% degli Istituti Scolastici statali italiani) che hanno ottenuto il riconoscimento “Dislessia Amica”. L’elenco delle scuole certificare è disponibile all’interno di un unico Albo suddiviso per provincia al seguente link: https://dislessia.fondazionetim.it/risultati

Oltre alle iniziative abbinate alla Settimana europea della dislessia, va segnalata anche la nascita della prima app pensata per prevenire e limitare gli effetti della dislessia. Si chiama DiXtop, un gioco competitivo e strutturato per stimolare nel bambino in età prescolare lo sviluppo di processi mentali che favoriscono l’apprendimento delle sillabe più colpite dalla dislessia.

Mentre si sta divertendo e impegnando per vincere la partita, il bambino al contempo apprende a riconoscere e pronunciare le sillabe evitando la noia e la paura di sbagliare, gli elementi emozionali che maggiormente penalizzano l’apprendimento. “Il percorso concettuale che ha condotto alla realizzazione del gioco – ha sottolineato il dottor Luigi Colombo, ideatore dell’applicazione – utilizza assunti di base condivisi dalla stragrande maggioranza delle correnti di pensiero e teorie psicologiche e neurologiche. DiXtop è studiato per potenziare lo sviluppo cerebrale del bambino che apprende in modo inconsapevole ad associare alla sillaba visiva il suono corretto e a pronunciarlo. La scommessa è che quando il bambino ritroverà le sillabe nel suo percorso scolastico il suo cervello le sappia rievocare spontaneamente e quindi riconoscerle”.

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