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Giornata mondiale del Gorilla, tra Covid e bracconaggio a rischio il gorilla di montagna

Giornata mondiale del Gorilla, tra Covid e bracconaggio a rischio il gorilla di montagna
© Martin Harvey _WWF.jpg

Nel 2020 i ranger hanno trovato 822 trappole ma nelle aree protetti gli sforzi per la conservazione danno i primi frutti, sono nati nel 2021 24 gorilla nelle riserve

Gorilla gorilla beringei Mountain gorilla Youngster resting on a silverback These animals are found in Uganda, Rwanda and Congo.

Oggi 24 settembre è la Giornata mondiale del Gorilla e il WWF la celebra con una notizia positiva: “Nonostante le criticità degli ultimi mesi dovute alla pandemia da Covid-19, gli sforzi di conservazione per la salvaguardia del Gorilla di montagna continuano a dare dei buoni frutti”.

Suddivisa in due popolazioni, la sottospecie (Gorilla beringei beringei), vive unicamente in due aree protette, nel Parco Nazionale del Virunga, ai confini tra l’Uganda, il Rwanda e la Repubblica Democratica del Congo, e nel Parco Nazionale del Bwindi in Uganda.

All’esterno delle due aree protette si rinviene la maggiore densità umana del continente africano. Questa situazione determina per il gorilla di montagna, due fattori di rischio importanti per il gorilla di montagna: l’elevata possibilità per gli individui ospitati nelle aree protette di contrarre il virus per diretto contatto uomo-gorilla e l’aumento delle attività illegali dovute a un minor controllo delle aree a causa dei mancati afflussi turistici.

Giornata mondiale del Gorilla, la piaga del bracconaggio

Basti pensare che, dopo una fase iniziale di incertezza e paura, soltanto nei primi due mesi di pandemia sono state rinvenute nelle Riserve dai ranger 822 trappole illegali contro le 21 del 2019. Inoltre, per mano di un bracconiere sia deceduto Rafiki, uno dei più carismatici silverback (maschi adulti) del Virunga.

Fortunatamente, nel periodo successivo entrambe le minacce sono state scongiurate grazie all’assidua e rinforzata attività del personale delle riserve.

Anche se si tratta di un momento storico così complicato per la conservazione sul campo, i dati della popolazione non destano preoccupazione, come sostenuto da Nelson Guma, responsabile dei ranger dell’Area di Conservazioine di Bwiindii Mgahiinga: “Quando agiamo con l’intento di mettere in atto nuove e più severe misure di conservazione, i risultati sono sempre fantastici”.

Pertanto, in onore della giornata mondiale del gorilla e per sottolineare gli straordinari sforzi di conservazione portati avanti nell’ultimo anno, il Rwanda Development Board organizza e trasmette in diretta sul proprio canale Youtube la cerimonia in cui vengono scelti i nomi per 24 giovani gorilla nati nella passata stagione riproduttiva all’interno delle riserve. Così da perpetuare un’antica tradizione del Rwanda che prende il nome di “Kwitalzina”, ovvero “affidare un nome”.

Come sottolinea il WWF: “Non bisogna tuttavia abbassare la guardia relativamente alla conservazione di questa sottospecie così carismatica, che, tra le diverse minacce, presenta anche le conseguenze indirette degli scontri civili e militari nelle aree in cui è presente.

Il gorilla di montagna, nel report del 2021 della IUCN “Conflitti e Conservazione”, è inserito tra le 200 specie che più ha risentito negli anni e risente tutt’ora della complicata situazione politico/sociale degli stati in cui è presente” – conclude il WWF.

C’è inoltre da ricordare che, proprio in questi giorni il Parco del Virunga – il primo parco nazionale nel continente africano – festeggia i suoi primi 100 anni. “Non dobbiamo mai dimenticare – sottolinea il WWF – che se ancora esiste una popolazione vitale di gorilla di montagna lo dobbiamo al lavoro straordinario che negli anni ha fatto quest’area protetta alla quale centinaia di ranger hanno dedicato la vita”.

La campagna WWF Adotta un Gorilla per sostenere i progetti a tutela della specie

Fonte: WWF

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