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Il cercatore di tartufi nel patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO

Il cercatore di tartufi nel patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO
Il cercatore di tartufi nel patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO, photo by Andrea Cairone on Unsplash

Lo scorso 22 giugno è stata festeggiata a Roma, con la partecipazione di esponenti politici, del mondo della cultura e dello spettacolo, insieme ad una vasta rappresentanza della comunità del tartufo, l’iscrizione della “cerca e cavatura in Italia” nella Lista Rappresentativa UNESCO del Patrimonio Culturale Immateriale

Il cavatore o cercatore di tartufo, sia esso bianco pregiato o nero, è una figura mitica. La tradizione lo vuole muoversi nelle prime ore del mattino, quando è ancora buio, con il freddo, la pioggia, la neve o il caldo, aggirarsi tra boschi inerpicandosi su strade inaccessibili, in mezzo a corsi d’acqua e fango. Con sé i suoi fedelissimi cani, addestrati per anni, e con in spalla il vanghetto che facilita la rimozione del tartufo dal terreno.

Il bravo cavatore di tartufo è prima di tutto un buon osservatore e conoscitore del territorio che lo ospita: è infatti indispensabile saper riconoscere gli alberi, gli animali che vivono nel bosco, saper valutare la tipologia e l’umidità del terreno e, non da ultimo, avere grande rispetto dell’ambiente. Quindi non soltanto tanta volontà, ma grande capacità e conoscenza.

Photo by Andrea Cairone on Unsplash

È per questo, in maniera affatto casuale, che la comunità italiana del tartufo ha festeggiato la tanto attesa iscrizione della “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” nella Lista Rappresentativa UNESCO del Patrimonio Culturale Immateriale, riconoscimento avvenuto nel dicembre 2021. Lo scorso 22 giugno a Roma, presso la Casa del Cinema, location d’eccezione individuata dal Ministero della Cultura, si è festeggiato il meritato e prestigioso traguardo.

Il processo di candidatura, fino all’iscrizione dell’elemento, ha visto il coordinamento tecnico-scientifico istituzionale del Servizio II – Ufficio UNESCO del Segretariato Generale del MiC. In questa occasione la Sottosegretario di Stato Lucia Borgonzoni ha consegnato l’attestato dell’avvenuta iscrizione.

A riceverlo una nutrita rappresentanza della vasta comunità che si identifica con l’elemento iscritto formata da Associazione Nazionale Città del Tartufo (Anct), tra le quali immancabili le capitali Acqualagna nelle Marche ed Alba in Piemonte, ed i soggetti riuniti in gruppi associati nella Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiani (Fnati), altre Associazioni non iscritte a Fnati e singoli tartufai.

All’evento non sono voluti mancare istituzioni, esponenti politici, personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo che negli anni hanno accompagnato e sostenuto il lungo percorso che ha portato a questo riconoscimento. Tra questi i “Messaggeri della Cultura del tartufo” la conduttrice Syusy Blady e il pronipote di Totò Simone Buffardi de Curtis e i parlamentari gli onorevoli Susanna Cenni e Filippo Gallinella

Photo by CHUTTERSNAP on Unsplash

Per ogni comunità – il commento del Sottosegretario di Stato per la Cultura Lucia Borgonzoniil percorso verso il riconoscimento UNESCO a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità significa andare ancora più a fondo nella conoscenza di quelle che sono le storie, le tradizioni e il valore custodito dalle tantissime persone che le animano e dai territori in cui le comunità vivono.

Significa arrivare alle nostre radici. E significa anche fare rete attorno a un patrimonio immenso e lavorare perché venga custodito e trasmesso alle nuove generazioni. L’importante traguardo di oggi è solo l’inizio: la strada da seguire è quella che porta alla valorizzazione di questo patrimonio nella sua condivisione e tutela“.

Finalmente – ha dichiarato Michele Boscagli, presidente dell’Associazione Nazionale Città del Tartufofesteggiamo nel modo che volevamo, con una grande festa di comunità, questo riconoscimento tanto auspicato e per cui abbiamo lavorato con costanza e dedizione per molti anni. La gioia di questo momento sta nella condivisione con tutti coloro che si identificano con l’elemento”.

L’iscrizione della ‘Cerca e cavatura del tartufo in Italia’ nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’umanità UNESCO – ha commentato Fabio Cerretano, presidente della Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italianideve rappresentare l’applicazione sistemica della conoscenza di noi tartufai soprattutto a tutela della biodiversità e della sostenibilità degli ambienti tartufigeni sempre più fragili. C’è un grande patrimonio immateriale da tutelare e da trasmettere alle nuove generazioni e questo importante riconoscimento deve spingere tutti noi a camminare in questa direzione”.

Il grande valore di questo riconoscimento, è stato spiegato durante l’evento, sta anche nel lavoro di ricerca e archiviazione di testimonianze e documenti che è stato fatto e che ha consentito una trasmissione formale dell’elemento, fino a oggi rimasta informale e prevalentemente affidata alla tradizione familiare e orale.

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