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Israele, disastro ambientale. In mare tonnellate di petrolio e catrame

Israele, disastro ambientale. In mare tonnellate di petrolio e catrame
Israele, disastro ambientale. In mare tonnellate di petrolio e catrame

Petrolio a tonnellate rinvenuto lungo tratti del litorale mediterraneo di Israele, dall’estremo Nord fino a Sud, per una distanza di 170 chilometri totali. Tantissimi i volontari che nel week end si sono prodigati cercando di ripulire le spiagge e salvare gli animali dal catrame

È stato definito “disastro ambientale” l’arrivo sulle spiagge israeliane di tonnellate di catrame, in seguito alla fuoriuscita di petrolio in mare, avvenuta l’11 febbraio scorso a largo delle coste del paese.

Oltre centocinquanta chilometri di costa da nord a sud, compresa la Riserva Naturale di Gador, sono interessate dall’arrivo del greggio, arrecando gravissime conseguenze per l’ambiente. Durante il fine settimana molti i volontari che hanno aiutato a ripulire le spiagge e cercare di salvare gli animali.

Sono state ritrovate alcune tartarughe completamente ricoperte di catrame morte. Altre ancora fortunatamente vive, sono state recuperate. Avvistati in mare anche pesci e altri animali anneriti dal petrolio. Una giovane balenottera di 17 metri è stata trovata spiaggiata a riva lo scorso giovedì, si sospetta proprio a causa della fuoriuscita di petrolio al largo.

Israele, occorrerà tempo per rimettere le cose a posto

Le autorità hanno invitato i volontari a restare lontani per evitare problemi di salute che potrebbero insorgere. Inoltre a preoccupare il governo è che questa operazione sicuramente non si risolverà in poco tempo, ma occorreranno diversi anni.

Ancora non si è venuti a conoscenza delle cause dell’incidente. Secondo il ministro dell’Ambiente israeliano Gila Gamliel, tramite informazioni ricevute dall’Ente europeo per il traffico marino, la perdita di greggio sarebbe dovuta ad un guasto di un’imbarcazione. Ha quindi individuato una decina di navi che nel momento in cui si è verificato il danno, si trovavano nelle vicinanze.

Israele, una volta identificato “il responsabile” del disastro, probabilmente avvierà azione legale per ottenere il risarcimento dei danni subiti.

L’obiettivo principale, comunque, è evitare che il disastro ambientale si ripercuota principalmente sull’ecosistema. Inoltre il Paese, che sta pian piano riaprendo le sue attività, guarda con preoccupazione all’avvicinarsi della stagione turistica, che prevede la riapertura per il prossimo 20 marzo.

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Foto di DVOC da Pixabay

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