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Le mascherine e una bomba ecologica da disinnescare

Le mascherine e una bomba ecologica da disinnescare
Foto di Yildiray Yücel Kamanmaz da Pixabay

Un gruppo di studiosi della University of Southern Denmark ha lanciato l’allarme sul rilascio di fibre di plastica microsize nell’ambiente, causato da un non corretto smaltimento delle mascherine

Nel giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale del Riciclo, è importante sottolineare quanto bene fa all’ambiente il corretto smaltimento dei rifiuti.

Le mascherine sono ormai un accessorio entrato nella nostra quotidianità e non è nemmeno possibile prevedere per quanto lo sarà. Ad oltre un anno dal primo lockdown non tutti hanno però compreso quanto sia fondamentale un loro corretto smaltimento. Ricordiamo, per i più distratti, di evitare in ogni modo di abbandonarle per strada. Fino ad ora si è ritenuto opportuno che venissero smaltite come rifiuti indifferenziati, ma, probabilmente, sarebbe necessario considerare sia la possibilità di una raccolta a sé stante o, meglio ancora, produrre modelli biodegradabili.

Il mancato rispetto di regole basilari di civiltà può comportare conseguenze gravissime per l’ambiente, una vera e propria bomba ecologica che rischia di esplodere.

Ad oggi si calcola che nel mondo vengano utilizzate qualcosa come 129 miliardi di mascherine ogni mese, 3 milioni al minuto. Numeri incredibili che testimoniano la gravità della situazione se non si è attenti ad uno smaltimento corretto. Le mascherine comuni sono infatti fabbricate con l’utilizzo di microfibre di plastica e di conseguenza rischiano di disperdersi nell’atmosfera rappresentando un enorme rischio ambientale.

Un grido di allarme lanciato da un articolo sulla rivista Frontiers of Environmental Science & Engineering da alcuni studiosi della University of Southern Denmark. Le mascherine hanno la caratteristica di non biodegradarsi e si frammentano in microparticelle di plastica che si diffondono nell’aria.

Secondo gli studiosi, oltre alla necessità di nuove e più stringenti linee guida sullo smaltimento, il pericolo arriva dalla realizzazione di prodotti con fibre di plastica microsize (spessore da 1 a 10 micrometri). La loro dispersione nell’ambiente è molto più rapida e veloce di quanto avviene ad esempio con i sacchetti di plastica.

Il problema va studiato ed affrontato, monitorando e verificando realmente quante particelle di plastica rilevate nell’ambiente sono causa della cattiva gestione delle mascherine.

Fonte

ANSA Ambiente&Energia

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