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Milano Adagio, l’intervista a Teresa Monestiroli

Milano Adagio, l’intervista all'autrice Teresa Monestiroli
Milano Adagio, l’intervista all'autrice Teresa Monestiroli

È uscito il 7 Novembre, il libro di Teresa Monestiroli Milano Adagio (Enrico Damiani Editore, pp. 208, €15, ISBN 978-88-99438-47-0) di cui noi di Green Planet News vi avevamo già parlato in un precedente articolo.
Un libro che vuole essere una guida per un viaggio controcorrente, camminando a passo lento. E che può essere controcorrente proprio perché lento rispetto alla frenesia e al dinamismo che caratterizzano una città come quella di Milano.

Un libro che invita a prendersi quei momenti di lentezza durante una quotidianità, sì veloce, ma per la quale non è necessario rinunciare a istanti di bellezza. Istanti dei quali si può godere ogni giorno. Nonostante il lavoro, nonostante gli impegni. In che modo e perché, siamo andati a chiederlo alla stessa autrice di Milano Adagio.

Teresa Monestiroli è nata, vive e lavora a Milano. È laureata in Filosofia e lavora per dieci anni nella cronaca Milanese della Repubblica. Sceglie poi di diventare freelance e oggi si occupa di cultura e di società. Ha scritto due libri: Adagio Urbano (Editrice Compositori) e Lasciare le orecchie a un bracco e altri piccoli gesti antistress (Fabbri Editori). Ha curato tre edizioni della Guida dei ristoranti di Milano de La Repubblica e nel 2017 apre il blog adagiourbano.com.

Lei stessa, da cittadina con una vita ‘veloce’ e piena, nella sua amata Milano, invita a fermare lo sguardo. Anche fra una corsa e l’altra. Una guida, dunque, dedicata soprattutto ai cittadini di Milano, oltre che a quei turisti curiosi di scegliere itinerari differenti rispetto al solito. Itinerari capaci di far arrivare dritti al cuore di questa città. Un libro che vorrebbe anche essere spunto di riflessione per quello che potrà essere un futuro modo di vivere, più sostenibile e in cui è presente il valore della lentezza.

Anche in una città come quella di Milano. Un modo di vivere che nella nostra società si sta sempre più perdendo a favore di velocità e produttività, ma che anche per Teresa Monestiroli, è ancora possibile.

Teresa come nasce il tuo libro Milano Adagio?

Il libro nasce come evoluzione del mio blog adagiourbano.com, aperto due anni fa, in cui raccolgo tutte le mie riflessioni su questa città; essendo una grande affezionata al “libro di carta”, ho scelto di raccogliere in una guida il meglio del blog, aggiungendo una serie di consigli e informazioni utili.

Partendo proprio dalla tua città, come descriveresti Milano?

Io Milano, da cronista, la racconto da anni e la cosa che più ammiro è che sia una città in grado di cambiare, mantenendo sempre la sua anima solidale e inclusiva.
Certamente il dato più sorprendente per noi che viviamo a Milano è che sia diventata in pochi anni una metropoli internazionale.

Sono sempre più i turisti che vengono a visitarla, Milano è citata spesso come la capitale italiana del dinamismo, addirittura come “la città del futuro”, ma non dobbiamo mai dimenticare che Milano deve essere anche e soprattutto una città sostenibile per chi la abita o la visita. Una riflessione, questa, che mi piacerebbe fosse fatta in primo luogo dalle istituzioni e dall’amministrazione. Per quello che mi riguarda, da qui nasce la mia idea di un adagio urbano, perché Milano la si può vivere anche con un ritmo meno frenetico e più rilassato.

Il libro è un invito alla lentezza. Quanto sono importanti i momenti di lentezza nella nostra quotidianità?

Io parto da un’esperienza personale. Lo dico sempre: non sono una persona che va adagio. Lavoro in un quotidiano e il mio ritmo di vita è molto frenetico, ma proprio per questo ho imparato ad apprezzare quei momenti di pausa che permettono di ritagliarsi finestre per andare in profondità. Viviamo in un mondo iperconnesso che ci consente di lavorare in continuazione, siamo travolti da infinite informazioni, dei giornali leggiamo solo i titoli, consultiamo compulsivamente i social, eppure non approfondiamo mai.

Il tempo è il lusso vero del nuovo millennio e il mio libro un invito a riflettere sulla qualità del nostro tempo e uno spunto per utilizzarlo in modo consapevole.

In una società come la nostra, in cui anche le relazioni si consumano velocemente, è davvero possibile vivere più lentamente e secondo te come?

È possibile, ma è sicuramente difficile. La nostra società oggi non ha come valore la lentezza. Produttività, efficienza, velocità sembrano essere le parole chiave ma dobbiamo un po’ andare controcorrente e credere che nel nostro piccolo vivere lentamente sia davvero possibile.

Servono semplici gesti, come leggere un libro su una panchina o sedersi a un caffè, ma serve soprattutto combattere il nostro istinto a “voler essere sul pezzo”, sempre aggiornati e presenti. Ci farebbe bene, ogni tanto, perderci o semplicemente ricordarci come vivevamo bene vent’anni fa!

Hai già progetti per il futuro e cosa ti auguri?

La cosa su cui adesso mi sto concentrando e che mi sta dando grandi soddisfazioni è incontrare i miei lettori organizzando degli eventi, veri e propri “momenti di adagio”. Perché tutte le persone che seguono il mio blog o che magari leggeranno il mio libro, mi fanno poi la stessa domanda: ma come si fa ad andare adagio? Questi incontri sono l’occasione di rallentare in compagnia, condividendone l’esperienza.

In questo momento in particolare sto facendo delle visite guidate a un solo capolavoro, seguendo la filosofia dello slow looking, che è molto in stile adagio urbano.
Poi ovviamente continuo con il blog e chissà, magari questo libro porterà anche nuovi progetti futuri.
Una cosa che ci tengo a dire è che per Milano Adagio ho coinvolto otto esperti per dei consigli che si trovano fra le pagine del libro.

Questa guida, infatti, è sia per il turista che ha voglia di uscire dalle rotte più conosciute sia per tutti i milanesi che hanno voglia di scoprire un’altra Milano, guardandola da una nuova prospettiva e vivendola in maniera diversa.

Penso anche al milione e mezzo di persone che tutte le mattine sbarcano alla stazione di Milano, lavorano qui tutto il giorno e tornano a casa la sera; vorrei che chiunque, anche nel semplice tragitto casa-lavoro, potesse incontrare un bel giardino, una chiesa, un bar piacevole e accogliente in cui prendere fiato. Perché poi l’adagio urbano non è altro che il gusto di dedicarsi del tempo con le piccole cose.

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