(Adnkronos) – Scegliere di sottoporsi a interventi chirurgici low cost "è pericoloso sia in Italia che all'estero. Il prezzo basso rispetto alla media, infatti, non indica che il chirurgo sia più onesto, ma solo che qualche cosa toglie dalla sua prestazione o dalla struttura in cui ti porta: perché le strutture che garantiscono sicurezza costano necessariamente di più". E' la riflessione di Paolo Santanchè, specialista in chirurgia plastica, sentito dall'Adnkronos Salute dopo la morte della donna italiana che si era sottoposta a una liposuzione in Turchia. "La questione non è la bravura del chirurgo all'estero, ché può essere anche eccellente – precisa – ma la sicurezza che ha un costo, in Italia come in Turchia". L'altro problema è la tutela del paziente prima e dopo. "Un caso tragico come quello della donna deceduta in Turchia – continua il chirurgo – se avviene nel nostro Paese implica un intervento della magistratura, l'individuazione dei responsabili, una condanna, un risarcimento. Ma anche nel caso meno drammatico di una disputa in tribunale, con il chirurgo o la struttura, la possibilità di tutelarsi mi sembra assai più difficile all'estero". Questi elementi evidenziano che "andare alla ricerca del prezzo basso, quando si parla di salute, è sempre un grave errore". Il fenomeno dei viaggi in Paesi come la Turchia "è chiaramente motivato dai costi, ma il rischio è troppo elevato". Personalmente, riflette lo specialista, "non riesco nemmeno ad immedesimarmi in una persona che sceglie una strada così insidiosa. Quando si deve affrontare qualunque tipo di intervento chirurgico, anche se lo si fa nel posto migliore del mondo per sicurezza, con tutte le garanzie del caso, è normale avere un po' di paura, un po' di ansia. Per questo fatico a capire come si possa andare in un Paese che non è noto per gli standard di sicurezza a farsi operare, dove parlano una lingua diversa e hanno anche – a giudicare dalle pubblicità – canoni estetici differenti. Ricordo che da anni nel nostro Paese la chirurgia estetica punta alla naturalezza dell'intervento. Questa non sembra essere la proposta in Turchia: è come tornare 40 anni indietro e mettersi anche in pericolo", conclude Santanchè.
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