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The Circle il più grande impianto di acquaponica in Europa

The Circle il più grande impianto di acquaponica in Europa
Foto @The Circle

Quattro giovani con la stessa intuizione, la creazione di un’agricoltura totalmente innovativa e sostenibile

The Circle senza generare alcuno scarto coltiva vegetali di differenti varietà ottenendo un prodotto ottimo e, soprattutto valorizzando ogni rifiuto reintroducendolo nel ciclo produttivo. Una produzione circolare dove convivono pesci e piante tramite l’acqua.

In cantiere la costruzione di un impianto di produzione automatizzato per l’ingresso definitivo dei trasformati nella GDO e l’internazionalizzazione del loro modello.

Il 2017 era l’anno con il sogno di combattere il cambiamento climatico in agricoltura attraverso il lancio in Italia di un business model fattibile, capace di risolvere i problemi dell’idroponica e dell’acquacoltura con un’unica soluzione. Il 2021 invece l’obiettivo e ambizione è quello di diventare il più grande impianto acquaponico in Europa.

Prima azienda agricola acquaponica italiana di origini romane, The Circle nasce da un’intuizione di Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e Thomas Marino, quattro giovani imprenditori classe 1992 che, nell’acquaponica, hanno intravisto la fattibilità di un business oggi scalabile che contribuisce a risolvere le più spinose problematiche ambientali.

In soli 4 anni The Circle (www.thecircle.global) è riuscita a diventare la più estesa azienda agricola acquaponica del continente mettendo in piedi un progetto di successo scalabile.
Un’iniziativa che apporta un contributo alla risoluzione delle problematiche ambientali, come la mancanza di terra e di acqua e la conseguente necessità di produrre più cibo in meno spazio.

L’impianto acquaponico di The Circle per lo sviluppo di coltivazioni innovative e sostenibili è un sistema a ricircolo in cui l’acqua, grazie all’uso di una o più pompe, viene prelevata da una vasca nella quale vengono allevati i pesci, viene filtrata e depurata e dopo aver irrigato le radici delle piante contenute all’interno di torri verticali interamente fuori suolo brevettate dall’azienda, infine ritorna nella vasca di allevamento.

Con questa tecnologia che ad oggi si estende su 5.000mq di terreno, si può recuperare tutta l’acqua che le piante non hanno assorbito, riducendo del 90% il consumo di acqua per kg di prodotto.

Oltre a non necessitare di diserbanti e fertilizzanti di sintesi ma utilizzando solo materiale organico prodotto dai pesci per il loro nutrimento, questa tecnologia garantisce una maggiore resa e una maggiore velocità di crescita delle piante coltivate.

Materie prime ricercate, fresche e stagionali (insalata, leaves di IV gamma come senape, mizuna, spinacio giapponese, pak choi, acetosella ed erbe aromatiche come basilico e prezzemolo) sono indirizzate in particolar modo al mondo del food e ristorazione che apprezza sostenibilità, qualità e professionalità del servizio clienti, le tre leve su cui si basa la scelta.

Andando incontro alle esigenze di una clientela sempre più consapevole della necessità di ridurre l’impatto ambientale e attenta alla sostenibilità, sono oltre 100 i ristoranti stellati e non, tra cui Il pagliaccio, Acquolina, Roscioli, Imàgo, Zia, Il giglio in Toscana, e gli chef che hanno scelto le materie prime prodotte da The Circle.

I biotecnologi Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e il marketer Thomas Marino, e il loro team composto oggi da 14 persone, di cui 5 assunte nel 2021, prevedono un’ulteriore crescita per il 2022-2023.

Il loro obiettivo è riuscito a concretizzarsi anche grazie all’ottenimento di due bandi Horizon del valore di 200mila euro come partner di progetto e alla chiusura a luglio di una campagna di equity crowdfunding BacktoWork con un aumento di capitale di 500mila euro.

Per questo inoltre la metratura delle serre che ospitano l’innovativo sistema di coltivazione su cui i founder hanno iniziato a investire tutte le loro energie solo pochi anni fa è riuscita ad espandersi da 2500 mq a 5000mq.

Per la startup un anno particolarmente favorevole che, rispetto al 2020, ha ottenuto un incremento del 60% del fatturato per la ristorazione e ha raggiunto una patrimonializzazione che supera un milione di euro.

Per il 2022, invece, The Circle ha in programma un piano di raccolta fondi per un totale di 7 milioni di euro, il cui obiettivo sarà finanziare l’inarrestabile percorso di crescita.

L’ingresso di soci noti nel panorama industriale italiano e non solo, da Achille Lauro, proprietario di De Marinis Srl, alla famiglia Pulcinelli del Gruppo Bricofer, dal Gruppo CR alla famiglia Brachetti Peretti, ha consentito a The Circle di velocizzare i piani di sviluppo.
L’azienda, dopo un primo accordo con Gruppo CR – Conad, è riuscita a portare il proprio modello di produzione sostenibile non più solo alla ristorazione, ma anche alla GDO, mantenendo intatto il rifornimento di materie prime di alta qualità.

La futura apertura di un nuovo impianto a Roma semi-automatizzato apre le porte di The Circle alla produzione in scala e alla GDO

Entro il 2023, The Circle ha in cantiere il lancio di un nuovo round di investimenti e l’acquisto di un altro ettaro per la realizzazione di un nuovo impianto a Roma: 5.000mq di questi saranno riservati alla produzione di 4 varietà di pesti oltre a oli e sali aromatizzati destinati alla GDO, altri 5.000 alla coltivazione delle materie prime destinate al mondo della ristorazione, con la semi-automatizzazione dei processi che riguarderà l’intero ciclo, dalla semina al confezionamento.

Il futuro di The Circle, dai Castelli Romani agli Emirati Arabi Uniti, è la scalabilità internazionale

Con il nuovo modulo che verrà realizzato a Roma, in una zona più centrale, The Circle punta a consolidare un modello scalabile che prevede l’apertura di altri punti di produzione all’estero tra cui Emirati Arabi Uniti e Sud Est asiatico.

Tra le industrie a cui il marchio vorrebbe aprire le proprie porte c’è anche il farmaceutico, con la prospettiva di coltivare erbe officinali di valore estrattivo sicure e controllate.

Nel 2017 eravamo quattro amici convinti che non esistono scarti non utili a nuovi cicli produttivi. Abbiamo studiato il mercato e iniziato con i fondi che avevamo. L’acquaponica ha incarnato da subito la tecnologia ideale che meglio rispondeva alla nostra mission ambientale. In quattro anni abbiamo dato vita al più grande impianto acquaponico d’Europa risolvendo i problemi caratteristici dell’idroponica e dell’acquacoltura unendo le due tecniche. Tra 10 anni il nostro modello di coltivazione, sostenibile sia economicamente sia dal punto di vista ambientale e sociale, sarà il futuro di molte farm”, dichiara Thomas Marino, co-founder di The Circle.

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