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AncestrAle la birra che nasce dal pane e combatte lo spreco

AncestrAle la birra che nasce dal pane e combatte lo spreco
Foto di Photo Mix da Pixabay

Chissà quante volte ognuno di noi si è trovato a fare i conti con il pane avanzato a fine pasto, costretti, a malincuore, a gettarlo via. Uno spreco alimentare che certamente andrebbe combattuto e c’è chi ha pensato di farlo in maniera assolutamente originale

Dal triplice incontro tra Slow Food Italia, il Birrificio Alta Quota di Cittareale (Rieti) e Eataly è nata AncestrAle, la birra che impiega il pane raffermo per ottenere una bevanda dal sapore antico.

Una geniale intuizione

L’originale idea si deve a Roberto Muzi, consigliere nazionale di Slow Food Italia e formatore dei Master of Food, sposata immediatamente da Claudio Lorenzini, titolare del Birrificio Alta Quota, una realtà artigianale piccola ma creativa che in breve tempo ha portato le sue creazioni alla ribalta nel Lazio e in tutta Italia, senza arrendersi nemmeno al tragico sisma del Centro Italia nel 2016. Il birrificio ha investito molto sul progetto, adattando il suo impianto a sostenere questa nuova produzione senza ricarico sui costi finali. Serviva però una materia prima di qualità ed è quella che ha fornito Eataly Roma Ostiense: il pane da cui nasce AncestrAle, infatti, è quello avanzato dalla panetteria del punto vendita prodotto con le farine del Mulino Marino macinate a pietra.

Birra di pane: un’idea antica

L’idea è antica, infatti già quattromila anni prima di Cristo i sumeri producevano birra mescolando acqua e bappir, un pane di orzo germinato. Secondo la descrizione del produttore, la birra è di colore ambrato carico con bel cappello di schiuma. All’olfatto, i malti la fanno da padroni, regalando un naso tutto improntato sulle morbidezze, provocando sentori di caramello, crosta di pane, pasta del pane da cuocere, prodotti da forno, miele di melata, fiori in decomposizione e frutta matura. In sottofondo note di zucchero mascobado, pera cotta/caramellata. In bocca, l’attacco è morbido, ricorda il kvass, procedendo con un sorso agile enfatizzato dalla secchezza, dal corpo esile, con ritorni olfattivi di tostature.

Basta sprecare cibo

La creazione di Alta Quota è stata realizzata in collaborazione con Eataly e Slow Food e rientra nel progetto Menu for change. Si calcola che ognuno di noi getta nella spazzatura circa 145 chili di cibo ogni anno con alimenti commestibili che finiscono tra i rifiuti e chili di CO2 che si disperdono nell’atmosfera. Da qui l’idea di una birra che possa sensibilizzare sulla tematica dello spreco alimentare, restando un prodotto di ottima qualità e gusto, e di come si possa recuperare materia prima, attraverso semplici intuizioni, per riutilizzarla e darle nuova vita.

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