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Biodiversità alla Maiella: un progetto di ricerca per tutelarla

Photo Credit: Depositphotos

Per il Parco Nazionale della Maiella si avvia un importante percorso di ricerca scientifica, grazie ai finanziamenti ottenuti partecipando al bando pubblico del Cnr.

Il progetto per la Maiella sarà finalizzato al monitoraggio, alla valorizzazione e al ripristino della biodiversità nelle aree protette. Coordinato dal Centro Nazionale della Biodiversità National Biodiversity Future Center (Nbfc)” del CNR, verrà realizzato con le risorse del Pnrr.

Il Centro Nazionale Biodiversità è il primo Centro nazionale di ricerca dedicato alla biodiversità, coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Oltre 1500 ricercatori e 48 enti partner impegnati a studiare e preservare gli ecosistemi e la biodiversità del nostro Paese.

Con NBFC parte dall’Italia un messaggio concreto per promuovere la gestione sostenibile della biodiversità, che svolge un ruolo cruciale nel funzionamento di tutti gli ecosistemi del Pianeta ed è alla base della vita sulla Terra, con un impatto diretto sul benessere della collettività e del singolo.

Istituito e finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), NBFC è uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera. Il Centro ha ricevuto un finanziamento di 320 milioni di euro per tre anni, dal 2023 al 2025 e svolge un’attività di importanza strategica nell’ottica di contribuire a raggiungere i traguardi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.

Il progetto si svilupperà in 4 azioni principali distribuite in 20 mesi, da marzo 2024 a ottobre 2025. La proposta finanziata col Pnrr è stata denominata “Monitoraggio di habitat e specie animali interessate dai cambiamenti climatici”. Cosa significa in concreto? I tecnici dell’Ente Parco, insieme ai partner delle università di Perugia e di Teramo, avvieranno un monitoraggio a medio e lungo termine della biodiversità in diversi ambienti d’alta quota, con particolare attenzione a specie target interessate dagli effetti dei cambiamenti climatici.

Un’iniziativa rilevante che punta a valutare le varie specie presenti nel territorio della Maiella per valutarne stato e pressioni, vulnerabilità, capacità di resistenza e resilienza. In conseguenza, verranno individuati interventi in grado di garantire uno stato di conservazione soddisfacente. “L’accesso a questo finanziamento è stato possibile grazie alla chiara e riconosciuta professionalità dei colleghi dei Servizi Biodiversità e Veterinario” ha commentato Luciano Di Martino, direttore e Responsabile del Servizio Biodiversità e Ricerca del Parco su ANSA.

Il Massiccio della Maiella è interessato da oltre vent’anni da studi sulla vegetazione erbacea nelle aree d’alta quota con la rete europea di monitoraggio ecologico del progetto Gloria (GLObal Research Initiative in Alpine ecosystems), coordinato per l’Italia centrale dall’Università degli Studi del Molise con la diretta collaborazione del Parco.

Le perturbazioni indotte dai cambiamenti climatici sulla biodiversità sono maggiormente importanti per le componenti che mostrano bassa valenza ecologica (stenoecie), come specie vegetali e animali che vivono sopra il limite superiore del bosco in Appennino, definite “relitti glaciali” o a ridotta distribuzione geografica (es. endemiche microterme). Un progetto come questo punta a tutelare la natura nel modo più scientifico ed efficace possibile.

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