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Le birre del riscatto e della legalità

Le birre del riscatto e della legalità
Le birre del riscatto e della legalità

Le birre del riscatto e della legalità. Già solo leggendo i nomi delle birre si resta piacevolmente ed allegramente sorpresi: “Fa er bravo”, “’a Gatta Buia”, “A piede libero”, “Sentite Libbero”, “Stamo ‘n blanche”, “Chiave de Cioccolata”, “Gnente Grane”, per chiudere con un benaugurante “Er fine pena”

Stiamo parlando del birrificio Vale La Pena che nasce da un progetto di inclusione cofinanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca e dal Ministero della Giustizia e realizzato da Semi di Libertà Onlus, che lavora alla formazione ed all’inserimento professionale di lavoratori svantaggiati. Tutto nasce dall’attività di detenuti ammessi al lavoro esterno, provenienti dal Carcere romano di Rebibbia, che vengono formati ed avviati all’inclusione professionale nella filiera della birra. Il fine è contrastarne le recidive, al 70% tra chi non gode di misure alternative, ed al 2% tra coloro che vengono inseriti in progetti produttivi come questo.

Come amano ripetere i responsabili di Semi di Libertà, si tratta di birre che sprigionano profumi e persone, un prodotto di qualità e valori.

L’incontro con la scuola

Il birrificio è stato inaugurato il 15 Settembre 2014 dall’allora Ministro dell’Università e Ricerca Stefania Giannini. L’impianto è situato nei locali dell’Istituto Tecnico Agrario Emilio Sereni di Roma, i cui studenti partecipano con i detenuti alle attività formative, ricevono lezioni di legalità e consumo alcolico consapevole, e vengono allenati ai valori dell’accoglienza e dell’inclusione.

Proprio il rapporto tra studenti e detenuti è uno degli aspetti più formativi del progetto. La volontà è quella di far divenire la scuola un luogo privilegiato di educazione dei giovani ai valori dell’accoglienza e della legalità, un contesto dove, stimolando la capacità del riconoscimento e del rispetto delle regole, offrire agli studenti una possibilità di riflessione sulla devianza, sulle condotte antisociali, sul pregiudizio, l’emarginazione, la tolleranza, la solidarietà e sulla possibilità di riscatto sociale di coloro che hanno commesso reati.

Una birra di qualità

L’etichettatura delle bottiglie ed il packaging vengono realizzati in team con i ragazzi autistici di L’Emozione Non Ha Voce Onlus.

La produzione di birra provvede a sostenere il progetto ed a renderne stabile il carattere formativo ed inclusivo. Attratti dall’alto valore sociale dell’iniziativa, partecipano come formatori alcuni tra i più grandi Birrai Italiani, tra i quali Valter Loverier (Loverbeer), Agostino Arioli (Birrificio Italiano), e molti altri.

Oltre che nella formazione, molti grandi birrai si sono alternati nell’impianto assieme al nostro birraio, firmando delle ricette uniche. Questo incide positivamente sul concetto di “inclusione”, e garantisce un’altissima qualità del prodotto.

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