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Sneakers re-evolution, le scarpe realizzate con gli scarti alimentari

Sneakers re-evolution, le scarpe realizzate con gli scarti alimentari
Sneakers re-evolution, le scarpe realizzate con gli scarti alimentari

Sneakers, una rivoluzione. Dal settore calzaturificio arriva un progetto creativo e sostenibile un pratico esempio di economia circolare, finalmente un’alternativa alla plastica

Dong Seon Lee, stilista coreano e Giuliana Borzillo, product manager napoletana, una coppia multiculturale che ha fondato a Firenze una Startup innovativa la ID.LAB che ha dato vita al progetto Sneakers re-evolution ID.EIGHT,  ID come identità, EIGHT come 8 il celebre segno dell’infinito.

L’obiettivo  di Dong Seon e  di Giuliana è quello di lanciare sul mercato una calzatura a basso impatto ambientale, made in Italy, realizzata con materiali innovativi ed ecosostenibili, provenienti dagli scarti dell’industria alimentare e caratterizzata da un design casual, colorato e unisex con richiami agli anni ’90. Ecco alcune domande per capire meglio il loro progetto.

Sneakers re-evolution, le scarpe eco-sostenibili made in Italy
Giuliana e Dong Seon

Due giovani uniti da un sogno, quali sono le vostre esperienze e come è nata la vostra idea?

Dong Seon: sono uno stilista della Corea del Sud laureato in Fashion Design all’Università di Seoul. Ho sempre avuto una predilezione per le calzature perciò dopo la laurea ho chiesto ai mie professori dove avrei dovuto specializzarmi per conseguire la migliore preparazione nel ramo delle calzature.

Mi hanno risposto all’unisono che se volevo davvero apprendere il meglio sarei dovuto andare in Italia, che per loro rappresenta l’eccellenza mondiale nel ramo. Così grazie ad una borsa di studio sono approdato al Polimoda di Firenze, luogo di formazione quasi sacro per le calzature, dove ho conseguito il Diploma in Footwear Design.

Successivamente ho fatto varie esperienze di lavoro in Toscana lavorando per Edgardo Osorio e Stefano Bemer, poi circa dieci anni fa sono stato assunto da Esprit Italia e successivamente da Esprit HQ e mi sono trasferito in Germania circa cinque anni fa.

Quando ho conosciuto Giuliana, al MICAM di Milano, mi sono subito innamorato di lei, è stato un colpo di fulmine. Pur di starle vicino per più di un anno, ogni fine settimana, da Dusseldorf raggiungevo Firenze e insieme abbiamo costruito la nostra storia di amore. Dopo un anno e mezzo ho deciso di vivere con lei a Firenze e di dare una svolta alla mia vita anche nel lavoro realizzando un Brand di sneakers tutto mio.

Dato che Giuliana, oltre ad essere mia compagna nella vita, è anche una bravissima product manager proprio nel campo delle calzature, le ho chiesto se volevamo condividere insieme questa avventura e lei ha detto di si. Da questa unione quindi, sentimentale e lavorativa, è nato ID.Eight, il nostro brand di sneakers sostenibili, perché

Giuliana ha molto a cuore le tematiche ambientali e il suo stile di vita è improntato ad un basso impatto ambientale e ho voluto insieme a lei condividere questi valori.

Sneakers re-evolution, le scarpe eco-sostenibili made in Italy

Tutti i materiali delle ID.EIGHT sneakers re-evolution sono ricavati dagli scarti alimentari e dal riciclo della gomma e della plastica. Come ci siete riusciti?

Giuliana: Quando, con Dong Seon, abbiamo deciso di fondare un brand tutto nostro, abbiamo molto parlato per gettare le basi del progetto. Abbiamo deciso di realizzare delle calzature sportive utilizzando materiali riciclati per non depauperare ulteriormente le risorse del pianeta. Abbiamo quindi fatto una approfondita ricerca nel campo dei materiali e abbiamo scoperto che esistevano delle Startup innovative, come la società che abbiamo fondato noi, che partendo dai rifiuti alimentari avevano realizzato delle simil-pelle.

I materiali sono principalmente tre tipologie di simil-pelle derivanti da sottoprodotti delle attività agricole o industriali che lavorano la frutta: Piñatex, realizzato con le foglie di scarto dell’ananas coltivato nelle Filippine; Vegea textile e Pelle-mela che si ricavano rispettivamente dalla bio-polimerizzazione della vinaccia e delle parti non commestibili delle mele in Italia.

Abbiamo contattato queste società e insieme abbiamo trovato il modo tecnicamente più appropriato per utilizzare questi materiali nelle nostre calzature. Successivamente abbiamo esteso la ricerca a tutti gli altri componenti della scarpa e abbiamo trovato suole e lacci, lycre e mesh per le tomaie, ottenute dai rifiuti della plastica, principalmente da packaging del settore alimentare e da bottiglie, e carta riciclata per le etichette.

Un packaging in cartone riciclato con sorpresa, ci spiegate meglio di cosa si tratta?

Dong Seon : Per dare coerenza al progetto abbiamo deciso di scegliere per il packaging una scatola in carta riciclata e dentro ci sarà una sorpresa, una “bomba di semi”, una pallina di terra e argilla che contiene all’interno un miscuglio di fiori che attirano le api.

Coloro che riceveranno le nostre sneakers potranno lanciare questa “bomba pacifica”, nei vasi di casa oppure negli spazi verdi o incolti della propria città per creare un micro-habitat favorevole alle api, che sappiamo essere degli insetti essenziali per l’impollinazione e purtroppo a rischio a causa del depauperamento degli ecosistemi. Insomma vogliamo dare la possibilità a coloro che apprezzeranno le nostre calzature, di essere protagonisti a favore dell’ambiente anche con un piccolo gesto come questo.

Per la realizzazione delle bombe di semi abbiamo fatto una accurata ricerca per trovare un produttore artigianale italiano e siamo molto soddisfatti di aver trovato quello che cercavamo, le bombe saranno infatti realizzate dal Parco cinque sensi, bellissimo bosco nella Tuscia, un parco a tema sulla natura, dedicato ai bambini, alle loro famiglie e alle scuole.

Parliamo di Smarketing un modo di comunicare sincero, etico e partecipativo. Proponete una filiera del prodotto controllata, dai materiali, al trasporto, al rispetto dei diritti sindacali dei lavoratori. Potete spiegarci concretamente i dettagli di questo vostro approccio “etico”?

Giuliana: Si effettivamente le strategie commerciali si basano sulle logiche dello smarketing, una pubblicità non manipolativa, etica e partecipativa. Ad esempio abbiamo scelto di non fare pubblicità a pagamento sulle testate giornalistiche cartecee o online e quindi, per far conoscere il nostro progetto al pubblico, abbiamo chiesto alle testate di sostenerci gratuitamente se credevano nella validità del nostro progetto.

La risposta è stata più che positiva e in tanti ci hanno intervistato con entusiasmo, abbiamo avuto perfino l’attenzione di RAI3 nel programma Mezzogiorno Italia. Per la realizzazione dei nostri video promozionali su Instagram ci avvaliamo dei nostri più cari amici che ci fanno da modelli.

Cerchiamo di ricevere pareri e consigli da amici , conoscenti e anche da coloro che ancora non conosciamo, perciò facciamo delle dirette su Instagram a cui possono partecipare tutti coloro che lo desiderano. Cogliamo tutte le occasioni per parlare di problemi ambientali, per diffondere stili di vita sostenibili e per creare una comunità d’intenti che vada ben oltre il nostro solo progetto.

Recentemente, ad esempio, una blogger vegana si è offerta di fare una piccola rubrica di ricette vegane sul nostro profilo Instagram. Molto del lavoro promozionale viene svolto in famiglia: Dong Seon realizza molti dei nostri video, io animo le dirette e mia mamma ci fa da addetto stampa.

Infine vogliamo controllare eticamente tutta la filiera perciò anche per il trasporto dei prodotti abbiamo fatto una ricerca e abbiamo deciso di avvalerci del corriere GLS che all’interno del suo più ampio programma ThinkGreen utilizza per le spedizioni buste  costituite all’80% da plastica riciclata.

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