domenica, Ottobre 13, 2024

Rome 22°C

Piano Marshall contro il dissesto idrogeologico

Foto di Jean-Pierre Pellissier da Pixabay

Piano Marshall contro il dissesto idrogeologico: lo ha chiamato così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa dopo l’incontro con i membri della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, tenutosi l’8 novembre

Cosa è stato il Piano Marshall “storico”, diciamo così, per chi non lo ricorda bene? Si tratta di un progetto di aiuto economico e polito all’Europa del secondo dopoguerra da parte degli Stati Uniti. In quel caso c’era da ricostruire quanto distrutto dal conflitto e oggi l’obiettivo è far fronte a un territorio di estrema vulnerabilità.

Un piano d’attacco e progetti reali

Non si parla esattamente di emergenza, che viene fronteggiata in particolare con i soldi in arrivo dalla Protezione Civile, con il Piano Marshall “targato” Costa, bensì un insieme di progetti per evitarla. Saranno messi a disposizione oltre sei miliardi e mezzo in diversi anni, per realizzare grandi opere al fine di stoppare i disastri e portare avanti una reale manutenzione ordinaria pulendo ad esempio i fiumi e curando i boschi. In questa fase, ha sottolineato Costa, il ministero dell’Ambiente affiancherà le Regioni ma l’urgenza, visto che i soldi ci sono, è ora velocizzare le procedure per iniziare a rendere operativi tali interventi. Così, ci sarà una squadra di lavoro “mista”, tra Regioni e tecnici ministeriali per giungere in tempi stretti a cantierare più progetti possibili, provvedendo pure a rivedere di quelle norme che complicano o rallentano le opere anti dissesto. Lo Stato, insomma, deve arrivare prima dei disastri. Annunci confortanti, non c’è dubbio: il paese ha bisogno di cure reali delle sue criticità.

Che fine ha fatto Italia Sicura?

In tutto questo discorso però, rimane una curiosità: che fine ha fatto la cosiddetta “struttura di missione” Italia Sicura del Governo Renzi? Da più parti è stato detto che si trattava di un organismo più di facciata che di operatività. Anche se, ad esempio, i lavori sui fiumi Bisagno e Ferreggiano a Genova, sono “creature” di tale struttura. La quale aveva poi un settore dedicato alla sicurezza nelle scuole, con qualcosa come 12mila interventi. Però, che fine farà quello che già è stato fatto? E come saranno gestiti i dati comunque raccolti da Italia Sicura? Si sa che la struttura aveva funzioni di controllo e raccordo tra i vari enti coinvolti nel processo di finanziamento delle opere contro il dissesto idrogeologico.

GPNews ha chiesto lumi al ministero dell’Ambiente. “La chiusura di Italia Sicura – si legge nella nota giunta in redazione dall’ufficio stampa del ministero – è stata dettata dall’opportunità di risparmiare tempo e risorse pubbliche preziose, considerato che la struttura svolgeva il lavoro conclusivo, l’ultimo miglio, di una lunga e complessa attività istruttoria e di bilancio già svolta dalla Direzione Salvaguardia del Territorio e  delle Acque del ministero dell’Ambiente di concerto con le regioni interessate. In sostanza non ci sarà nessuno stravolgimento rispetto alle attività già svolte né rispetto all’organizzazione del lavoro istruttorio e né in merito alla realizzazione dei progetti già avviati o all’avvio di quelli già approvati. Infine il Governo – riferiscono ancora dal ministero – sta lavorando al licenziamento del Piano strutturale contro il dissesto idrogeologico che dovrebbe essere operativo entro la fine dell’anno”.

ALTRI ARTICOLI
nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

i più letti

Newsletter

Gli articoli della settimana direttamente sulla tua email

Newsletter