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Agrumi più dolci? Tutto merito di Noemi

Agrumi più dolci? Tutto merito di Noemi
Foto: Pixabay

Agrumi più dolci? Merito di Noemi, un gene di cui il CREA ci rivela tutti i segreti. Sappiamo bene che gli agrumi costituiscono una delle fonti privilegiate di vitamina C nella nostra alimentazione.

Tuttavia, una delle maggiori barriere al loro consumo, è rappresentato proprio dal sapore acido.  Diventano per molti poco gradevoli, se non indigesti.

La mutazione “acidless”

A breve, potremo avere agrumi meno acidi, grazie ai ricercatori del laboratorio di Biotecnologie del CREA Olivicoltura Frutticoltura Agrumicoltura di Acireale (CT) che, in collaborazione con il John Innes Centre di Norwich. Hanno realizzato la mutazione “acidless” (letteralmente “per nulla acido”) nei frutti di cedro, limone, limetta e arancio. Il risultato? Un succo più dolce rispetto alle varietà classicamente acide.

Agrumi più dolci? Tutto merito di Noemi
Foto: Rayia Soderberg, Unsplash

Le mutazioni acidless hanno da sempre incuriosito nel tempo i ricercatori tanto da consentirne il riconoscimento e l’isolamento in molte specie di agrumi che venivano comunemente indicate come “dolci”, a causa dell’estrema riduzione dell’acidità nel succo.

Noemi li addocisce tutti

Gli agrumi “dolci”, oltre a perdere l’acidità, hanno anche perso la capacità di colorare di rosso intenso foglie e fiori di molte specie. L’analisi genetica, sviluppata mettendo a confronto varietà acide e “dolci” della stessa specie, ha consentito l’identificazione di un gene, chiamato Noemi.

Tale gene rappresenta un fattore chiave in grado di regolare l’acidità dei frutti e che funziona in stretta sinergia con il gene Ruby (identificato qualche anno fa dallo stesso team https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3336134/pdf/1242.pdf), responsabile della sintesi delle antocianine, ovvero i pigmenti chiave della colorazione rosso porpora.

Miglioramento genetico degli agrumi

Lo studio inoltre chiarisce come, attraverso il percorso di domesticazione del cedro (una delle specie vere, insieme a pummelo e mandarino), una mutazione a carico di Noemi sia stata poi trasmessa a tutti gli agrumi da esso derivanti a seguito di incroci interspecifici.

Oggi l’identificazione di Noemi e la possibilità di modulare la sua espressione rappresentano un tassello strategico per il miglioramento genetico degli agrumi, soprattutto per le arance e i mandarini, in quanto il controllo dell’acidità è determinante nell’isolamento di selezioni a diversa epocadi maturazione, di grande impatto per un consumatore attento ed esigente.

 

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