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Demetra, in Aspromonte scoperto l’albero di quercia più antico del mondo

Demetra, in Aspromonte scoperto l’albero di quercia più antico del mondo
Foto di Csaba Nagy da Pixabay

La scoperta di Demetra è avvenuta grazie ad un team di ricercatori dell’Università degli studi della Tuscia, Dipartimento Dafne, guidato dal professor Gianluca Piovesan.

Questo rovere che resiste da quasi mille alle intemperie, aiuterà a comprendere i cambiamenti climatici avvenuti e come ancora, nel bacino del mediterraneo, il clima subirà cambiamenti.

Cresciuta nel parco nazionale calabrese dell’Aspromonte, precisamente nella Valle Infernale, la quercia Demetra (Quercus petraea) ha 934 anni ed è la più antica del mondo, superando di gran lunga la longevità massima finora conosciuta di oltre 300 anni, riguardo alle latifoglie datate con metodi dendrocronologici.

Lo studio:

Lo studio sui grandi alberi presenti nel Parco, coordinato da Gianluca Piovesan, dell’Università della Tuscia, ha rilevato l’età di cinque grandi roveri del Parco Nazionale dell’Aspromonte.

In un primo momento la ricerca era finalizzata a studiare i comportamenti degli alberi del bacino del Mediterraneo nei confronti dei cambiamenti climatici, gli alberi con la loro longevità rispetto ai cambiamenti climatici sono una fonte di notizie per la conservazione della natura.

Il campionamento non è stata un’operazione facile, secondo Jordan Palli e Michele Baliva i due ricercatori di Dendrology Lab, che hanno partecipato alla ricerca. Difatti gli alberi, oltre ad essere posizionati su terreni scoscesi e ripidi, ed avendo un’età avanzata, spesso per colpa di funghi e parassiti o delle intemperie, il più delle volte sono marci o ripiegati su loro stessi.

Quindi non è stato semplice prelevare dei campioni di legno, gli anelli più vecchi erano molto rovinati. La datazione è stata effettuata utilizzando il metodo del radiocarbonio che ha permesso di stabilire l’età dell’albero. Il risultato ha evidenziato una longevità sorprendente finora sconosciuta, 934 anni. Gli alberi, situati nelle montagne del Mediterraneo, possono raggiungere età millenarie.

Presso il CEDAD (Center for Applied Physics, Dating and Diagnostics) situato nell’ Università del Salento a Lecce sono state condotte le analisi di datazione al radiocarbonio, utilizzando l’AMS (Accelerator Mass Spectrometry)

Tutti i risultati ottenuti e le varie informazioni sono state racchiuse in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Ecology.

Gli alberi longevi

Demetra, con la sua età longeva, ha superato di gran lunga i due alberi già scoperti precedentemente: due faggi di 620 anni soprannominati Michele e Norma, scoperti nel Parco nazionale del Pollino.

Dallo studio emerge che Demetra, con la sua crescita anulare media annua molto lenta (0,4 mm / anno) e il diametro più piccolo rispetto agli altri alberi campionati, conferma il compromesso che le piante devono fare tra crescita e longevità.

Difatti Demetra è poco più alta di sei metri e ha un diametro che cresce di neanche mezzo millimetro all’anno.

“La scoperta di queste longeve roveri nell’ambiente montano d’alta quota dell’Aspromonte conferma l’elevato livello di naturalità degli ecosistemi forestali nelle aree protette dell’Appennino meridionale”, ha spiegato il responsabile Biodiversità dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, Antonino Siclari.

Uno studio per capire i cambiamenti climatici

Nella ricerca, svolta anche rgrazie alla collaborazione di scienziati spagnoli, il professore Gianluca Piovesan afferma: “Studiare la longevità degli alberi in risposta ai cambiamenti climatici in ambienti diversi è una priorità di ricerca sia per la conservazione della natura sia per le strategie di mitigazione del cambiamento climatico”.

Le informazioni contenute negli anelli degli alberi possono essere decodificate e utilizzate per interpretare come le variazioni ambientali, in particolare il clima, hanno modellato la struttura e la funzione della foresta. Com’è cambiato l’ambiente nei secoli? Misurando non solo l’ampiezza degli anelli, ma studiando anche la presenza di alcuni isotopi del carbonio, dell’ossigeno e dell’idrogeno è possibile scoprirlo.

Demetra, opera d’arte

Mery Rigo, l’artista torinese, come già con Italus, il pino loricato di 1230 anni scoperto nel parco del Pollino, ha fatto di Demetra un’opera d’arte, apparsa anche su National Geographic Russia.
Una della strade per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 è anche e soprattutto difendere gli ecosistemi forestali plurisecolari e dei paesaggi naturali.

Foto: Pixabay

Fonte: Università della Tuscia

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