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Stop alla plastica sulle Alpi

Foto di Denis Linine da Pexels

Plastica e Alpi. Un progetto che guarda alla tutela e alla salvaguardia delle Alpi contro l’inquinamento da plastica. Infatti, diversamente da quanto si è soliti pensare, questo è largamente presente anche nei territori selvaggi e puri delle vette alpine

A⅃-Stop the ALPs becoming Plastic Mountains, questo il nome del progetto, nasce da un’idea dell’European Reasearch Institute (ERI), un ente non-profit fondato a Torino nel 2011 che si occupa di promuovere la ricerca e la sperimentazione per l’innovazione negli ambiti scientifici e sociali, cercando di migliorare le condizioni economiche e culturali dei cittadini europei, favorire l’inserimento nella nostra società delle persone che provengono da altri continenti e di sostenere il rispetto per l’ambiente, il territorio e tutti gli esseri viventi. Il tutto è stato reso possibile grazie al finanziamento dell’European Outdoor Conservation Association (EOCA), che ha scelto il progetto preferendolo tra altri 180.

L’obiettivo di A⅃ꟼ-Stop the ALPs becoming Plastic Mountains è di proteggere dalla plastica l’habitat di alta montagna, uno degli ultimi ambienti incontaminati dell’Europa meridionale. Qui vivono preziosi ungulati, carnivori, uccelli, fiori e piante. Si è scelto quindi di lavorare valorizzando il ruolo dei rifugi alpini, che sono uno snodo importante della sostenibilità e del turismo sostenibile. Ne sono stati scelti 4 molto diversi tra loro, per dimensioni, ubicazione, accessibilità, numero di visitatori, sviluppando con ciascuno una strategia per eliminare gli oggetti di plastica monouso. Un percorso che potrà poi essere condiviso e implementato con altri rifugi attraverso la condivisione dell’esperienza maturata.

I rifugi coinvolti sono: il Guido Muzio, in valle Orco nel Parco del Gran Paradiso; Les Montagnards, a Balme in val d’Ala/Valli di Lanzo; il Selleries, nel Parco Orsiera Rocciavrè in val Chisone; il Pagarì, nel Parco delle Alpi Marittime in valle Gesso.

A questa attività di prevenzione, molto concreta, si aggiungeranno 15 eventi di pulizia in primavera-estate lungo almeno 150 km di sentieri, rive di laghi, prati alpini, ghiaioni e pietraie, nell’area di riferimento dei rifugi coinvolti. Il progetto prevede anche un intenso programma di formazione-sensibilizzazione che coinvolgerà guide alpine ed escursionistiche, professionisti della montagna, volontari/appassionati di escursionismo e ambiente, scuole locali, settore turistico e istituzioni.

Infine, in parallelo alle attività di progetto, in collaborazione con il Politecnico di Torino, si avvierà un ampio monitoraggio delle microplastiche presenti nelle nevi delle Alpi Occidentali: una ricerca che fornirà dati importantissimi per conoscere l’evoluzione di questo inquinamento insidioso e ubiquo.

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